| 
 
Temporale 
Di nubi grigie a un tratto il 
cielo fu sporco; 
e il tuono brontolò con voce d’orco. 
Si cacciò avanti lungo lo stradone, 
carta, fogli ed uccelli il polverone. 
Si udirono richiami disperati, 
tonfi d’imposte e d’usci sbatacchiati. 
Si vide donne lottar in un prato 
con gli angeli impauriti del bucato. 
Poi seminò la pioggia a piene mani 
tetti e vie di danzanti tulipani; 
tagliò il paesaggio, illividì ogni cosa 
in un polverio d’acqua luminosa. 
(C. Covoni) 
torna su  | 
    
    
      | 
  
Il tuono 
 
E nella notte nera come il nulla, 
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo 
che frana, il tuono rimbombò di schianto: 
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo, 
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto, 
e poi vanì. Soave allora un canto 
s'udì di madre, e il moto di una culla. 
(G. Pascoli) 
torna su  | 
    
    
      | 
 
La fontana malata 
Clof, clop, cloch, 
cloffete, 
cloppete, 
clocchette, 
chchch...... 
E' giu', 
nel cortile, 
la povera 
fontana 
malata; 
che spasimo! 
sentirla 
tossire. 
Tossisce, 
tossisce, 
un poco 
si tace.... 
di nuovo. 
tossisce. 
Mia povera 
fontana, 
il male 
che hai 
il cuore 
mi preme. 
Si tace, 
non getta 
piu' nulla. 
Si tace, 
non s'ode 
rumore 
di sorta 
che forse...  
che forse 
sia morta?  
Orrore 
Ah! no. 
Rieccola, 
ancora 
tossisce, 
Clof, clop, cloch, 
cloffete, 
cloppete, 
chchch.... 
La tisi 
l' uccide. 
Dio santo, 
quel suo 
eterno 
tossire 
mi fa 
morire, 
un poco 
va bene, 
ma tanto.... 
Che lagno! 
Ma Habel! 
Vittoria! 
Andate, 
correte, 
chiudete 
la fonte, 
mi uccide  
quel suo 
eterno tossire! 
Andate, 
mettete 
qualcosa 
per farla 
finire, 
magari... 
magari 
morire. 
Madonna! 
Gesù! 
Non più! 
Non più. 
Mia povera 
fontana, 
col male 
che hai, 
finisci 
vedrai, 
che uccidi 
me pure. 
Clof, clop, cloch, 
cloffete, 
cloppete, 
clocchete, 
chchch...  
(A. Palazzeschi) 
torna su  | 
    
    
      | 
       
		Temporale 
		 
		Tuona sopra i pini 
		La nube densa sgrana le sue uve, 
		cade l’acqua da tutto il cielo vago, 
		il vento scioglie la sua trasparenza, 
		si riempiono gli alberi di anelli, 
		di collane, di lacrime fuggenti. 
		 
		Goccia a goccia 
		la pioggia si raccoglie 
		ancora sulla terra. 
		Un solo tuono vola 
		sopra il mare e i pini, 
		un tuono opaco, oscuro,  
		un movimento sordo:  
		si trascinano 
		i mobili del cielo. 
		 
		Di nube in nube cadono  
		i pianoforti delle altezze, 
		gli armadi celesti, 
		le sedie e i letti cristallini. 
		Tutto è trascinato dal vento. 
		Canta e racconta la pioggia. 
		(P. Neruda ) 
  
		
		torna su  |