Dopo un periodo di tempo durante il quale il gioco dell’osservatore (come lo abbiamo chiamato) era stato provato più volte da tutti bambini, noi insegnanti abbiamo proposto ai bambini l’osservazione di una foto di un  bambino che aveva gli occhi chiusi.
 

Dopo aver osservato bene abbiamo verbalizzato quello che i bambini avevano osservato dalla foto in bianco e nero:

     Questo è un bambino.
Sta dormendo perché ha gli occhi chiusi.
No non dorme ascolta la conchiglia.
Ma la conchiglia mica parla fa solo il rumore del mare.
Un po’ ride.
E’ buffo che rida a occhi chiusi.
Però i denti non si vedono, quando uno ride apre la bocca.
Poi i colori non ci sono.

Abbiamo proposto ai bambini di confrontare la foto del bambino con una loro foto scoprendo le differenze.

I bambini hanno detto:
Nella nostra ci sono i colori e in questa no.
Noi si ha gli occhi aperti e lui no.
Noi siamo in giardino e lui no.
Noi non si ha la conchiglia in mano e lui sì.

Abbiamo così proposto di riprodurre il bambino a occhi chiusi e se stessi. La particolarità di questa richiesta è stata nell’uso del materiale: per la prima volta abbiamo usato le matite acquerellate nere in modo da porre l’attenzione dei bambini sulle forme e non sui colori. abbiamo mpoi annotato le verbalizzazioni.

Gli occhi chiusi hanno i pelini in giù!

Non si vede il pallino nero se gli occhi sono chiusi.

A me è venuto un occhio aperto e uno
chiuso: si chiama “occhiolino”.

Gli occhi chiusi possono volere dire che ci dà noia il sole.

Se si fa un gioco si può ridere e stare con gli  occhi chiusi.

Con gli occhi chiusi non ci si vede nulla

La pellicina sugli occhi li copre!

Quando gli occhi sono chiusi non si vedono le cose!

Quando si dorme abbiamo gli occhi chiusi

Gli occhi chiusi hanno la pelle sopra!