Tre chicchi di grano
Un’esperienza simbolica dell’esistere tra anima e terra
 

 

Argomento: Percorso di educazione socio affettiva realizzato attraverso la coltivazione del grano


Classi coinvolte: quarte A, B e C e quinte A e B della scuola primaria di Rignano sull'Arno

Contesto: Le classi quarte e quinte il percorso di semina e coltivazione del grano iniziato nell'anno 2005/2006
Tre chicchi di grano, proseguito negli anni successivi con Tre chicchi di grano 2006/2007 e Tre chicchi di grano 2007/2008.
Nelle classi prime, seconde e terze è stato riproposto il percorso dalla fase iniziale.

Durata: da settembre 2008 a giugno 2009

Collaborazioni: per la progettazione, l'attuazione e la verifica del percorso, il dottor Claudio Nocito, psicologo.
Il Comune di Rignano sull'Arno, assessorato alle politiche agricole e allo sviluppo economico ha condiviso e finanziato il progetto, ha reso possibile la partecipazione della scuola con i suoi prodotti alla fiera di Maggio e collaborato per la realizzazione della festa conclusiva.
La "Fattoria di Pagnana" ha reso possibile la coltivazione, fornendoci un terreno idoneo e la festa finale.
Il Mulino Grifoni di Castel san Niccolò ha macinato il nostro grano e il pastificio "Il Torchio" di Giovanni Fabbri a Strada in Chianti ha trasformato la nostra farina in pasta.
Il dottor Giacomo Certosi, agronomo del CTE di Torri ci ha fornito la sua consulenza sulla coltura del grano e ci ha insegnato a fare il pane.

Ambiti disciplinari:
educazione all'affettività

Settore del P.O.F. collegato: progetto emozioni e dimensione sociale

Obiettivi:
Conoscere, curare e sviluppare il linguaggio interiore dell’anima.
Educare i bambini alla conoscenza di sé e delle proprie emozioni.
Sviluppare la capacità di confrontarsi con l’altro e di prendere consapevolezza di se stessi, di decentrare il proprio punto di vista e mettersi al posto dell’altro nelle varie situazioni.
Costruire nella classe un clima relazionale di fondo orientato verso l’ascolto e la valorizzazione di ognuno all’interno del gruppo.
Sviluppare la capacità di progettare azioni future in relazione a desideri, capacità personali e passioni.
Educare all’aspetto etico delle azioni e delle decisioni.
Sviluppare la consapevolezza che ogni progetto va inserito in una dimensione globale nella quale si rispecchiano le conseguenze future di ogni azione presente.
Sperimentare e riflettere sul tema dell’abbondanza.
Sperimentare che il tempo, l’attesa, il rischio, la fatica sono gli elementi necessari e indispensabili alla realizzazione dei progetti di vita.
Sperimentare che si può “vivere” di passioni e quindi rendere reali e oggettivi sogni ed emozioni.
 

Metodologia:
Conversazioni e riflessioni in circle-time
Situazioni pratiche ed operative
Riflessione e ricerca di significati simbolici nelle azioni compiute (semina, attesa, mietitura, trasformazione e vendita)
Comunicazione di pensieri e vissuti attraverso disegni, frasi, testi.

Fasi di lavoro:
L'abbondanza e la semina
La trasformazione:
- dal grano alla farina
- dal grano al pane
- dal grano alla pasta
- il grano in tavola
Il mercatino
Dal grano alla festa e la mietitura
Il grano in Europa

Sviluppi previsti:
Prosecuzione del percorso il prossimo anno.
Coinvolgimento e sensibilizzazione di privati ed enti esterni nella prosecuzione dell'attività.

 


Riflessioni finali

 

...non conosciamo mai la nostra altezza
finché non siamo chiamati ad alzarci.
E se siamo fedeli al nostro compito
arriva al cielo la nostra statura...

Emily Dickinson

 

Si cresce quando si smette di ripetere, quando si smette di avere bisogno delle certezze per andare avanti, si cresce quando si smette di confondere le abitudini con la verità.
Si cresce quando al tramonto si riesce ad aspettare l’alba, si cresce quando si ha la forza di cercare la bellezza dove non l’abbiamo ancora vista, si cresce con il coraggio dello stupore.
Si può smettere di pensare che il grano si può solo seminare sempre di più . . . e sempre di più . . .
Il grano prima o poi diventa così abbondante che rischia di essere troppo e inutile.
Ma inutile e sprecato diventa tutto ciò per cui non si sa immaginare un nuovo uso, una trasformazione.
Niente più dei giochi stimola la trasformazione: rompere un balocco non è solo ridurlo in mille pezzi, ma anche trasformarlo in mille altri balocchi possibili.
L’esperienza del grano può offrire mille altre possibilità, basta mettersi in gioco senza paura di rompere le abitudini e le certezze.
Giocarsi la vita trasforma l’esperienza e apre a mille possibilità. L’avvenire è un posto pieno di cocci rotti trasformati in balocchi.
Il grano non è solo seme, ma anche paglia, farina, pasta.
3 chicchi di grano diventano infiniti; una quantità che sfugge al calcolo preciso e al controllo. La perdita di calcolo e di controllo o fa paura, o spinge al cambiamento e all’entusiasmo.
Per predisporsi all’avvenire è importante prendere il presente non solo come un insieme di fatti crudi e limitati, ma soprattutto come serbatoio di illimitate ed imprevedibili possibilità. Come il gioco, il grano e le sue trasformazioni, nella loro semplicità, hanno nutrito e guidato da sempre l’umanità.
Giocare è fare con piacere. Scoprire il sapore dell’esperienza la trasforma in nutrimento. Il grano è nutrimento e non solo seme.
E’ difficile dire quando è vivo un chicco di grano: quando è seme? Quando è sotto terra? Quando è germoglio? Quando è spiga? Quando è mietuto? Quando è paglia? Quando è farina o buon pane da mangiare?
Dipende dal punto di vista: l’inizio e la fine sono tappe arbitrarie di un ciclo infinito come corpo e cenere.

Forse per i bambini è naturale sperimentare ciò che per noi è importante capire e forse sono proprio loro che ci riportano alla semplicità, alla potenza, al gusto, al coraggio, allo smarrimento, allo stupore, alla vita.
Sarebbe bello se i bambini sperimentassero anche attraverso il grano lo straordinario ciclo infinito della vita.
 

 

"Siamo nati dal cosmo, dalla natura, dalla vita, ma a causa della nostra stessa umanità, della nostra cultura, della nostra coscienza, siamo divenuti stranieri a questo cosmo che nel contempo ci rimane segretamente intimo."

Edgar Morin

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