TRE CHICCHI DI GRANO
Un'esperienza simbolica
dell'esistere tra anima e terra.
"... dicono che c'è un tempo
per seminare
e uno più lungo per aspettare
io dico che c'era un tempo
sognato
che bisognava sognare."
da "C'è tempo" di Ivano Fossati
Solitamente la scuola si caratterizza
quale luogo dei segni e dell'in-segni-are come forma prevalente di
acquisizione e trasmissione di conoscenza; con quest'esperienza si è
voluto portare nel posto e al posto dei segni i simboli e accanto
allo sviluppo dell'intelletto la cura dell'anima.
"L'intelletto produce i concetti, ma è lo stupore
che porta la conoscenza"
(San Gregorio)
La scuola già sollecita le funzioni
intellettive di base quali l'attenzione, la logica, la memoria,
l'ordine e il controllo; occuparsi d'anima impone un viraggio verso
altre direzioni: l'intuizione, lo stupore, la bellezza, la gioia, la
speranza, il caos.
Il linguaggio dell'anima che è simbolico, allusivo, lunare,
intuitivo e indiretto ha nel mito il suo paradigma; l'infinita
varietà di immagini e moti interiori condensati in racconti finiti,
ma eterni.
L'anima ha altri tempi e porta con sé un altro sentire del tempo.
Curare l'anima è come coltivare la terra: mescolare azioni,
conoscenza e amore.
Alla prevalenza di un tempo produttivo, pieno, veloce, programmato,
compartimentato, l'anima impone un tempo lento e discontinuo, denso,
vuoto ma non morto, scandito da immagini e non da ore.
L'anima trasforma il senso del gesto da prestazione a relazione, da
manifestazione di abilità a occasione di relazione con altri e con
altro.
Il gesto educativo è centrato sui riti e sui miti del ciclo del
grano: semina, raccolta, macinatura. L'esperienza è stata proposta
in modo da combinare e favorire azione e evocazione, stupore e
conoscenza, immagini e concetti, mondo interno e mondo esterno.
E' bello pensare che ogni bambino vivendo questa esperienza possa:
-
trasformare la
speranza in esperienza
-
avere un appiglio
concreto per affrontare un'esperienza astratta e distruttiva
come quella della disperazione e della paura
-
vivere
l'esperienza simbolica dell'esistere (ex-stare = stare fuori =
nascere)
-
sperimentare che
l'attesa non è solo l'intervallo tra due eventi, ma è il
contenitore temporale che li riempie di significato
-
provare a
concepire la disperazione come la radice indispensabile della
speranza e la paura come l'assenza di immagini buone
-
sperimentare che
la perdita, la mancanza e l'assenza non sono dei limiti, ma gli
ingredienti della speranza (il seme è seppellito, abbandonato,
perso di vista, non più posseduto e per questo oggetto di
nostalgia)
-
sentire che
sperare è un'immaginazione estrema e immaginare è estrema
speranza
-
sperimentare che
a definire e attivare una relazione d'amore non sono le
opposizioni
possesso-perdita e presenza-assenza, ma la presenza delle
immagini del cuore (ri-cordare = tenere nel cuore)
-
liberarsi dal
bisogno di controllo e possesso esclusivo, ma sterile, di un
seme per concepire e condividere un ricco raccolto
-
sperimentare che
esiste anche un contenitore delle cose buone esterno a noi, un
seme posseduto e conservato gelosamente non germoglia se non
affidato alla terra
-
scoprire e vivere
che il tempo è la vita che passa nelle cose che cambiano
lentamente
-
sperimentare che
il non fare, dopo aver fatto l'essenziale, seminare-sperare,
significa aver fiducia in quello che si è fatto
-
constatare che
l'ansia è un fare di più, ma senza fiducia: è un dis-fare
-
per accorgersi
che anche l'esperienza della semina non richiede solo una
relazione fra soggetto e oggetto, ma l'armonia tra soggetto,
oggetto, la terra e l'universo, chi semina, il seme, la terra,
le stagioni
-
riuscire a
spostare l'accento dall'Io che agisce, agli elementi che formano
una sintonia: il bambino che semina smette di essere il centro
finito di un universo e sperimenta l'infinito sia nella
moltiplicazione dei semi che nell'universo esterno e dentro di
sé
-
vivere
l'esperienza che il seminare, sperare e immaginare, è il motore
e la premessa della vita
-
sentire che
sperare è uno strumento potente per arginare la logica della
causalità quando questa è alimentata dal dolore. Anche per un
bambino il dolore senza speranza è una condanna senza appello
-
riuscire
attraverso la speranza, l'attesa, il rischio, la sofferenza, la
rinuncia, la condivisione, lo smarrimento e la confusione a
generare stupore, potenza e bellezza: il seme produce una spiga
e una spiga contiene tanti semi
-
sapere che
seminare è un'esperienza d'amore
"Il segreto delle stelle, -
la gravitazione.
Il segreto della terra, - strati di rocce.
Il segreto del suolo, - ricevere il seme.
Il segreto del seme, - il germoglio.
Il segreto dell'uomo, - il seminatore.
Il segreto della donna, - il suolo..."
Edgar Lee Masters
"Antologia di
Spoon River" |