RACCONTI D'AVVENTURA

classi IV
Rignano

Dopo esserci appassionati alla lettura dei racconti di avventura,
anche noi abbiamo provato  ascriverne qualcuno

La rinascita della mummia Kaston

Vacanza tra le mummie

Il giro di mezzo mondo

Uno studente curioso

Rachet e Clank salvano la galassia Bogon
 

 

Tommy sognatore e imprudente

Una macchina piuttosto strana

Alla ricerca del tesoro

Una strana settimana

La cattura di un famoso pirata


 

La rinascita della mummia Kaston

Una ragazza ribelle di nome Giordana Shama viveva a Londra, non rispettava nemmeno una regola e neanche ascoltava le cose che le dicevano.
Un giorno di primavera la classe di Giordana e lei partirono per andare in Egitto, Giordana sperava che non venisse il suo amico, cioè il suo compagno di banco, detto “studente curioso”, ma anche lui partecipò al viaggio.
Nel viaggio Giordana non rispettò le regole e fece confusione e, per colpa sua e dello studente curioso, che sull’aereo toccò qualche tasto che non doveva toccare, dovettero atterrare in una parte dell’Egitto sconosciuta.
 
Dopo avere camminato, camminato e camminato sotto il sole cocente, videro un’oasi, ma quando furono dentro l’oasi s’innalzò un vento terribile.
Tutti pensarono a una tempesta di sabbia, ma loro erano dentro l’oasi e non gli avrebbe fatto nulla.
Invece non era neanche una bufera di sabbia, l’amica di Giordana osservò che era qualcosa di simile al ruggito di un mostro. Anche un altro amico che sapeva tutto sull’ Egitto non sapeva che vento fosse e allora disse: “E’ un ruggito di un animale molto grosso.”
Apparvero alcuni uomini vestiti di nero e in faccia avevano dei segni egiziani e una benda che copriva i loro capelli. Uno di loro disse: “Dovete andarvene da qui perché siete in pericolo, avete già sentito, no? Andate via da quest’oasi, la città è a ovest. Addio.” Così se ne andarono.
Dopo aver camminato in lungo e in largo per trovare la città non la trovarono, perché si erano persi nel deserto, ma trovarono una piramide. Entrarono e la guardarono quasi tutta, poi trovarono un muro che li bloccava e non poterono andare avanti, ma c’era, piantato nel muro, un bastone di pietra. Lo tirarono giù, si aprì il muro cascò un sarcofago con un libro e una cosa strana, che sembrava un specie di chiave. Nel sarcofago non c’era niente, allora continuarono. Dopo un po’ scoprirono che quella specie di chiave apriva un libro, così lo aprirono. La maestra di Giordana sapeva leggere alcune parole egiziane e pronunciò le parole della prima pagina.
Si formò un terribile terremoto e tutti urlavano e scappavano.
Dopo il terremoto si riunirono, videro una persona in lontananza, aveva due bambini per mano che gridavano aiuto. Le voci erano di Giordana e dello studente curioso, l’uomo si avvicinò un pochino e lanciò i due ragazzi contro gli altri. Così videro che era una mummia. La mummia provò a risucchiare un bambino, ma non ce la fece, invece mangiò lo zaino di una ragazza che lo aveva portato perché doveva sempre truccarsi le labbra.
La mummia, a causa del trucco, diventò un uomo con la pelle colorata. Tutti scapparono e andarono su per la piramide. Giordana e lo studente curioso videro tre elicotteri che li aiutarono a fuggire dell’oasi, così tutti tornarono a casa sani e salvi.

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Vacanza tra le mummie

Una famiglia era composta da: il babbo Alex, alto e forte, la mamma Jeims, che era una persona normale, e un figlio, di nome Jak.
Questa famiglia era in vacanza e stava facendo una gita in barca sul Nilo, quando arrivò un’inondazione. La barca cominciò ad ondeggiare, l’acqua entrò a bordo e la barca si rovesciò. Dopo alcune ore il babbo, la mamma e Jak erano distesi sulla sponda destra del fiume.
Quando si svegliarono guardarono dove era il barcaiolo ma non ne videro traccia, videro però un cammello… Era un cammello mannaro, invece di avere i denti piatti e lisci aveva i denti taglienti come rasoi, lunghi e disposti in due o tre file.
I protagonisti cominciarono a scappare verso il fiume, ma sulla riva del fiume c’era uno squalo morto, ucciso perché era stato colpito da un libro che aveva fatto afflosciare la sua pinna dorsale.

La mamma raccolse il libro (scritto in egiziano) e lo osservò attentamente, era scritto con delle lettere color sangue. La mamma esclamò: “Lo leggo o secondo te è pericoloso?”
Il babbo rispose mentre continuava a lottare contro il cammello dicendo: “Prova a leggerlo per vedere se questo coso ritorna normale!”
La mamma lesse delle parole che facevano aggrovigliare le budella. La mamma tradusse in italiano: “Dopo la morte c’è un’altra vita, altrettanto lunga e questa vita è lo stato di quando sei mummificato e ti risvegli cercando una vita migliore di quella precedente.”
Appena la mamma ebbe finito, il cammello tornò normale e sputò un foglio di papiro in faccia al babbo. Sopra c’era la mappa del tesoro del faraone Rames secondo.
Salirono sul dorso del cammello seguendo la strada indicata dalla mappa. Alle 10,30 erano sul luogo dove la mappa indicava il tesoro del faraone. Il bambino inciampò e cadde, premendo qualche pulsante nascosto e facendo svegliare il faraone. La mummia saltò subito fuori, cercando di uccidere la madre per far tornare suo figlio in vita. Il babbo tagliò le braccia alla mummia, riprese sua moglie con un calcio spinse la mummia nel buco da dove era venuta.
Ma quella volta, invece che da solo, il faraone uscì fuori con una decina di uomini armati di spade, lance e pugnali. Queste dieci mummie erano messe in cerchio e all’interno ce n’era una con in mano un bauletto. Il bauletto era ornato d’oro con una scritta argentata. Le mummie messe in cerchio cominciarono a correre verso di loro, ma alcune caddero nel buco, distruggendosi.
IL babbo chiese: “Lo sai perché alle mummie levavano il cervello?”
La mamma rispose: “Sì, lo levavano perché sennò marciva.”
Il babbo rispose ridendo: “No, per farle essere più stupide, è questa la risposta!”
Intanto le mummie superstiti lo stavano inseguendo. Allora corsero dall’altra parte del buco, facendoci cadere le mummie rimaste. A questo punto l’apertura si richiuse, spiaccicando la mummia che teneva stretto in mano il bauletto. Presero il bauletto e salirono sul cammello per andare in albergo, al Cairo. Dopo due settimane si scoprì che il bauletto conteneva una nuova mappa. Ma le ferie dei genitori erano finite, perciò consegnarono la mappa la museo del Cairo e tornarono a casa.
 

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Il giro di mezzo mondo

È una tranquilla giornata d’estate.
Sulla spiaggia c’è un poliziotto con il suo cane poliziotto, quel cane sono io.
Io ero molto robusto e mi sono guadagnato un sacco di medaglie, però ora sono in pensione perché sono vecchio e al massimo posso raccontare un’avventura, che è successa quando ero ancora in
Io e il mio padrone stavamo viaggiando su una piccola barca, davanti aveva uno stemma ebraico che si chiamava Sac-Tutuc-Scac.
Eravamo in missione per arrestare un professore intelligentissimo che aveva inventato la tecnologia più avanzata del mondo e se l’era tenuta per sé e quindi era diventato pericolosissimo!
Avevamo molta paura, però avevamo accettato l’incarico .
Ad un certo punto un uomo disse: “Siamo arrivati signore, stiamo per attraccare nel deserto.”
Quando sbarcammo nel deserto, salimmo su un cammello, io mi misi sdraiato davanti al padrone che con una mano mi teneva e con l’altra guidava il cammello .
Dopo tre giorni, avevamo tanta sete, ma ci si dava coraggio perché in lontananza si vedeva la foresta amazzonica.
Ad un certo momento la sabbia iniziò a tremare e subito uscirono delle mummie meccaniche che ci volevano uccidere, allora io andai all’attacco e le distrussi perdendo, nella lotta, un dente “canino”.
Nel frattempo arrivammo alla foresta, trovammo un laghetto e ci si mise a bere; poi sentimmo degli alberi crollare e intravedemmo un robot alto sei volte il mio padrone.
Dentro il robot c’erano il professore e una ragazza!
Il padrone urlò : “Il comandante non aveva detto che aveva un ostaggio!”
A noi allora venne voglia di scappare, il padrone si ricordò che un robot non può passare sopra l’acqua sennò va in corto circuito, l’aveva studiato a scuola, ma il robot ci passò tranquillamente.
Ci voleva schiacciare con il piedone ma riuscimmo a schivarlo, il padrone andò dietro alla gamba e iniziò ad arrampicarsi e io lo seguii. Era facile perché la gamba aveva degli scalini .
Il padrone si ricordò che ogni robot ha un bottone di auto-distruzione, lo aveva imparato a scuola, lo trovò e lo premette ma non funzionò, allora io diedi un morso al pulsante e saltammo giù.
Il robot esplose, il professore morì e la ragazza cadde in braccio al padrone.
Tornammo alla base, ci diedero dieci medaglie e tornammo a casa.
Il padrone e la ragazza si sposarono e vissero felici e contenti!
 

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Uno studente curioso

Un giorno a scuola Luca, uno studente, stava studiando storia e la maestra spiegava l’Egitto.
L’unico attento era Luca, perché gli piaceva molto sapere come vivevano gli Egiziani e tutti gli uomini antichi e i loro metodi per lavorare.
Il giorno dopo davano le schede di valutazione, cioè le pagelle, e a storia Luca era l’unico ad avere ottimo, quindi lo invidiavano tutti .
Quando diventò grande voleva fare l’archeologo e andare in Egitto per ritrovare i resti della civiltà egizia. Però per fare l’archeologo e andare in Egitto gli ci volevano tanti soldi e così decise di andare ad “Affari Tuoi” per vincere una bella cifra. Per l’appunto giocò proprio lui e aveva il pacco numero 19, il suo numero portafortuna, e infatti vinse 500.000 € !

Un giorno , mentre tornava a casa, trovò nella cassetta della posta una lettera. Entrò in casa, l’aprì e c’era scritto: “Caro Luca, ormai sei famoso e quindi ti propongo un caso e cioè di andare a trovare il tesoro del faraone Tutankhamon in Egitto, visto che ti interessa tanto! Prendi la tua decisione.
Il preside della scuola dove studiavi da ragazzo.”
Luca non ci pensò due volte, prese un foglio da lettere rispose al preside così: “ Certo che accetto! Allora, quando devo partire?”
Stava in ansia, povero Luca, si preparò e andò dal preside. Il preside comunicò a Luca la data della partenza ed era per il suo compleanno, ma a lui non importò un fico secco del suo compleanno e accettò.
Il giorno arrivò e lui non stava più nella pelle. Arrivò in Egitto e già aveva l’impressione di essere osservato, ma non c’era nessuno. La sera andò a cena in un ristorante, ma appena entrato si accertò che non ci fossero i kamikaze, comunque mentre mangiava si era tranquillizzato. Andò in albergo e si rigirò nel letto almeno un milione di volte, si addormentò soltanto a mezzanotte, mentre guardava alla televisione Hilary Duff al festival di Sanremo.
Il giorno dopo andò nel deserto con un cammello e trovò la piramide dove era nascosto il tesoro di Tutankhamon. Ebbe paura di tutti gli insetti e di tutti gli animali che poteva trovare nella piramide. A un certo punto sentì un rumore stridulo e vide un sarcofago tutto d’oro con alcune crepe. Era la tomba del faraone e il tesoro era lì dentro. Lui aveva molta paura, ma si fece coraggio: aprì il sarcofago, prese le ricchezze e se ne andò subito.
Il giorno successivo tornò a quel ristorante, incontrò Hilary Duff che era partita da Sanremo per fare una vacanza in Egitto e se ne innamorò. Andò da lei e cominciò a parlarle in inglese, perché lei era americana. Dopo qualche giorno si fidanzarono, così tornò a casa con lei e se la sposò. Le ricchezze se le tenne perché il preside gli dette il permesso.
La sua diventò una famiglia ricca e numerosa, con due figlie femmine e due maschi e la mamma Hilary Duff, con ben quattro bambini, aveva da cambiare molti pannolini.

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Rachet e Clank salvano la galassia Bogon

Rachet e Clank, con la navicella, raggiunsero il pianeta dove Dr.Nefarius, che si era rifugiato nella sua base, stava preparando una navicella enorme e tonda, che avrebbe trasformato le persone in corone ed ossa in robot.
Rochet e Clank sulla loro strada incontrarono molti nemici, che sparavano sfere d’energia da urlo, erano tirannoidi, ed erano pronti a ucciderli.
Poi, Rachete e Clanck sfuggirono all’agguato che sembrava non finir più, e, in poco tempo raggiunsero il luogo dove Dr. Nefarius aveva lasciato la grande navicella, ma in quel momento Nefarius prese la navicella.
Rachet non si arrese, quindi prese la navicella color tempesta solare, inseguì Nefarius e tutti e tre atterrarono in un’arena di battaglia.
Rachet, con furbizia, prese l’onnichiave di ferro e distrusse i comandi della grossa navicella.
Nefarius affrontò Rachet e Clank per la battaglia che avrebbe deciso il destino della galassia, tutti si fidavano di loro perché aiutassero la galassia a sopravvivere.
Nefarius tentò il primo attacco, ma Rachet lo evitò, lo colpì e gli fece perdere metà della sua energia.
Nefarius provò il secondo attacco, ma fallì. Rachet lo colpì, Nefarius morì e tornarono a casa.
I cittadini della galassia li ringraziarono e in premio gli regalarono una medaglia orbitale galattica, color oro.
Così Rachet e Clank trovarono un lavoro, e la galassia Bogon fu salva.

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Tommy sognatore e imprudente

Tommy è un ragazzo, biondo, magro con gli occhi azzurri, alto, con il naso a patata, le orecchie normali e due orecchini.
Un giorno come tutti gli altri giorni Tommy va a scuola, a fare informatica . La maestra dà un compito da svolgere ben preciso, invece Tommy va nella cartella giochi didattici e gioca per un po’, ma poi la maestra lo becca e lo mette in punizione durante la ricreazione.
Tommy si addormenta durante la ricreazione e sogna di essere in Germania a fare i campionati master di moto cross e di avere una Ferrari rossa con cui uscire la sera, di essere ricco e avere tante belle ragazze.
Poi sogna di essere in Egitto e prendere il sole e a farsi un bel bagno con l’acqua calda.
Poi sogna di essere a Torino e partecipare alle olimpiadi di sci contro i Tedeschi e aver vinto.
Alla fine la maestra lo sveglia e gli mette un meno perché ha dormito per tutta la seconda parte della mattina, cioè per tutta la lezione.
Mentre va a casa dei bambini ribelli lo picchiano dietro una casa vicino al cassonetto dell’immondizia e se ne vanno a chiamare la polizia per poi non essere indagati. Tommy riconosce quelli che lo hanno picchiato e allora dice: “Sono stati loro!”
A quel punto Tommy torna a casa e vive il resto della sua vita tranquillo, mentre i furfanti sono in galera.

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Una macchina piuttosto strana

Marco, un uomo di quarant’anni, aveva una macchina animata, ma lui non lo sapeva.
La macchina era molto bella, a vederla passare sembrava che ci passasse davanti una terrificante belva feroce.
Quando Marco andava a spasso con quella macchina, la macchina stessa faceva dei versi strani. Marco aveva paura perché la macchina si fermava, poi ripartiva, faceva le capriole, si ribaltava…
Desiderava tanto che quella maledetta macchina la smettesse di fare quei versi per le strade.
A volte, quando la lasciava in un parcheggio con il freno a mano ben tirato, la macchina lo sganciava automaticamente e partiva.
A quel punto Marco era davanti a un bel mistero.
Quando la macchina andava a giro per le strade da sola, gli altri viaggiatori restavano di stucco a vederla passare senza nessuno all’interno dell’abitacolo, e inoltre dava fastidio perché non rispettava neanche il codice della strada.
Marco cominciò a pensare che quella macchina fosse viva, ma gli sembrava impossibile.
Non sapeva cosa fare, provò addirittura a legarla al terreno quando la parcheggiava, ma non funzionò.
Quando la macchina era contenta sobbalzava, saltava, faceva delle giravolte su se stessa…
Allora Marco provò a farle delle proposte: “Vieni da me, accenditi, fai le giravolte e salta.”
Marco capì che quella macchina era davvero viva, quindi ci entrò in confidenza e diventarono grandi amici, così l’auto smise di fare quei versi strani e cominciò a obbedire ai comandi di Marco.
 

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Alla ricerca del tesoro

Tommy e Francesco erano due ragazzi sempre in cerca di guai e in questa storia li hanno trovati. Ora vi racconterò tutto dall’inizio.
Tommy aveva nove anni e mezzo e il suo amico preferito, Francesco, ne aveva dieci.
Era un giorno come tutti gli altri, o almeno lo sembrava.
Tommy era andato a casa di Francesco e i suoi genitori erano andati a lavorare, Tommy e Francesco non erano andati a scuola perchè era festa.
Tommy e Francesco andarono in giardino a giocare, ma dopo un po’ videro uno sgabuzzino che non avevano mai visto.
Allora Tommy esclamò: “Andiamo a vedere meglio cosa c’è!”
Andarono a vedere che cosa c’era e accanto allo sgabuzzino c’era un cartello con sopra scritto “vietato entrare!”, ma loro vollero entrare lo stesso e Francesco disse:” Tanto cosa potrebbe accaderci?”

Lì dentro c’erano tante cianfrusaglie: giochi, giornali e oggetti di qualsiasi tipo.
Loro guardarono un po’ che cosa c’era e intravidero un foglio ingiallito dal tempo e arrotolato, lo srotolarono e videro che era una specie di filastrocca e c’era scritto “Se il tesoro vuoi trovare una chiave devi cercare, il tesoro è nella tua città per trovarlo cerca di qua e di là”.
Tommy e Francesco volevano assolutamente trovare il tesoro, allora andarono subito a cercare in ogni angolo della città, ma non trovarono niente e non sapevano cosa fare, così ritornarono allo sgabuzzino e videro che dietro al cartello c’era scritto “non cercare in casa, caro bambino, la chiave è nello sgabuzzino”.
Allora andarono a vedere, guarda guarda alla fine trovarono la chiave insieme a un biglietto dove c’era scritto: “Se il tesoro vuoi trovare nelle fogne devi andare”.
Allora i due amici andarono subito nelle fogne, c’era una puzza terribile, appena entrarono il livello dell’acqua si alzò, Tommy e Franci stavano annegando, ma Tommy vide una porta sul fondo, la aprì con la chiave e vide che c’era il tesoro, era un diamante.
Tommy lo toccò e il livello dell’acqua si abbassò, i ragazzi presero il tesoro e riuscirono a tornare a casa.
 

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Una strana settimana

Un giorno Laerte, uno studente curioso, tornò a casa e navigò per Internet.
Cercando e ricercando un sito di avventura, Laerte trovò un sito che parlava di un concorso per trovare il tesoro del faraone Tutankhamon .
Laerte pensò tutta la notte se partecipare o no, e giunse alla conclusione di partecipare.
La mattina seguente Laerte disse a sua madre che dopo la scuola andava da un suo amico per fare i compiti, invece partì per la foresta amazzonica.
Alle ore 19:30 era arrivato e stava per cominciare il concorso.
L’organizzatore spiegò le regole e alla fine disse che dovevano gareggiare a coppie, maschio e femmina.
A Laerte toccò come compagna una ragazza di nome Alessia, con capelli castani, occhi verdi e di altezza un po’ bassina.
Laerte subito si innamorò di Alessia; gli altri erano gelosi di lui.
Finalmente il concorso iniziò, ma Laerte si incantò guardando Alessia.
Dalla foresta uscì un cacciatore che lanciò una rete intrappolando Alessia.
Laerte, vedendola intrappolata, si risvegliò e lottò contro il cacciatore.
La battaglia durò un’ora, ma alla fine Laerte prevalse e corse a liberare Alessia. Vedendo questo gesto, Alessia capì di piacere a Laerte. Ci fu un momento di suspence, comunque continuarono a cercare il tesoro.
Giunsero davanti al fiume con dentro i piranha, Laerte sentiva che il tesoro era oltre il fiume. Alessia trovò il modo per oltrepassare il fiume senza essere mangiati dai piranha: lanciare una braciola presa dalle provviste dalla parte opposta, in modo che i piranha andassero verso la braciola e loro potessero passare indisturbati.
Poi proseguirono il percorso fino a che trovarono un muro roccioso. Cominciarono a scavalcare il muro, giunsero in cima e trovarono il tesoro.
Alessia, dopo quell’avventura, si innamorò di Laerte. Quando tornarono a casa si sposarono e vissero felici e contenti.

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La cattura di un famoso pirata

In una casa viveva un signore che aveva un cane poliziotto dal pelo grigio che voleva sempre andare fuori, perciò il signore non ce la faceva più, quindi lo abbandonò.
Il cane, mentre camminava per il marciapiede, fu visto da un poliziotto che lo prese e lo chiamò Schizzo.
Dopo un po’ di giorni il poliziotto decise di addestrarlo per catturare i cattivi. Dopo l’addestramento Schizzo aveva fame, ma mentre mangiava squillò il telefono del suo padrone.

Il signore che parlava al telefono gli disse che nella foresta amazzonica c’era stato un furto, quindi il cane e il suo padrone partirono.
Quando arrivarono si misero in cammino per andare a catturare il ladro, a un tratto sentirono un rumore e pensavano che fosse il ladro, ma invece era solo un uccello.
Intanto stava scendendo la notte e cominciarono ad avere paura, sicché si accamparono in un punto.
Mentre dormivano si avvicinò un giaguaro, che è un felino molto vispo, e si voleva gustare tutto il cibo che avevano portato.
Ma Schizzo cominciò ad abbaiare come se volesse dire che c’era un pericolo, allora si svegliò il padrone e tutti e due spaventarono il giaguaro che scappò impaurito.
Il giorno dopo proseguirono a camminare, poi si trovarono davanti a una grotta dove c’era una bellissima lupacchiotta dal pelo argentato e gli occhi celesti come il mare, si chiamava Engel.
Schizzo se ne innamorò subito e, visto che il suo padrone aveva intenzione di prendere un altro cane, prese lei. Tutti e tre entrarono con coraggio nella buia grotta dove c’era il pirata che stava nascondendo i tesori rubati. Il poliziotto, sbucando da dietro la roccia, disse ad alta voce : “Mani in alto!” e il pirata, invece di obbedire, scappò, ma subito Schizzo ed Engel gli saltarono addosso e lo acciuffarono.
Così il poliziotto lo poté arrestare e tornarono tutti a casa.

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