Il primo giorno:
la battaglia |
Due cavalieri,
Orlando e Bernardo, aprirono
l'imponente cancello e chiamarono le quattro madonne (maestre),
lasciando da soli gli arditi.
Fu richiesto il motivo della loro venuta
e un audace asserì di esser stati chiamati in aiuto per liberare il
castello dal tiranno.
Ma…con la parola "tiranno“ si scatenò una
tremenda paura: entrati nel castello, dovevano attenersi alle loro
severe regole.
Il maniero era sprofondato nel più cupo dei silenzi e una figura
strana e misteriosa apparve loro all'improvviso, rendendoli ancora più
paurosi. Si sistemarono nei loro alloggi, preparando ognuno il
proprio giaciglio, poi si ritrovarono nella sala del trono per
incontrare il tiranno
Petrone che aveva usurpato il trono al fratello,
le madonne erano con loro.
Arrivato il supremo, iniziò ad insultare i presenti ed a voler sapere
il motivo della loro venuta che essi, però, non rivelarono.
Allora Petrone ordinò di armarli e di prepararsi a sconfiggere gli
eserciti dei feudi limitrofi. |
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Divisi in cavalleria e fanteria, iniziarono il
loro addestramento: la cavalleria con il tiranno e la fanteria con
i cavalieri Orlando e Bernardo.
Il personaggio misterioso era Carota
il giullare che si
rivelò ai fanti: il cavaliere senza nome era lui ed il feudo
doveva essere liberato dalla tirannia. |
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L'addestramento fu duro e faticoso per
le due truppe e trascorse così più di un'ora.
I fanti decisero di
ribellarsi al tiranno e di sconfiggere la cavalleria per convincerla
ad allearsi con loro.
Dopo vari scontri, Petrone rimase con un solo cavaliere e quindi, dopo
che anche questo lo abbandonò, chiese ai suoi avversari un patto di
ordalia: un duello tra il tiranno e quattro cavalieri. |
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Chi lo
avesse vinto, sarebbe stato il re del feudo. Nell'aria si
respirava odore di paura, i cuori battevano forte e la vittoria
finale fu di Neri della casata Mattafirri, il vero erede del
trono. Il cavaliere Orlando, il giullare Carota, la fanteria, la
cavalleria, messer Bernardo e le quattro madonne formarono un coro
esultando "VITTORIA". |
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Petrone sconfitto
venne rinchiuso nelle cucine del castello e perdonato per grazia del
nuovo re.
Dopo l'estenuante combattimento, i soldati con le madonne si
ritirarono nelle loro stanze per un meritato riposo e al suono della
campana tutti giù nella piazza davanti alla sala da pranzo. I cavalieri con il giullare e Petrone,
ormai servitore, fecero entrare ordinatamente tutti nel salone per
consumare la cena. |
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All' interno lunghi tavoli attendevano i
commensali, davanti a ciascuno era posto un largo bicchiere
argentato, ai lati un lungo coltello, una forchetta in ferro a due
punte e un cucchiaio di legno.
Appena sistemati,
il cuoco con i servitori ha iniziato a portare i
cibi in tavola: minestra di farro, carne in salsa dolce con
insalata e crostata di ciliegie; il menù fu molto gradito da
tutti, così come i buffi spettacoli che il giullare regalò durante
la cena. |
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la notte | |