Quando abbiamo cominciato a
recitate io ero agitato e credevo di sbagliare, ma poi mi
sono tranquillizzato e ho cominciato a parlare. Quando
abbiamo finito ero contentissimo.
Prima dello spettacolo ero emozionata, ma non vedevo l’ora
di farlo. Nel momento in cui dovevo parlare mi vergognavo un
po’, ma poi è andata bene anche se alla fine, ho detto Anubi
invece che Huston e quindi in quel momento mi sono proprio
vergognata, ma poi gli applausi mi hanno reso più felice.
Alla fine è andata proprio bene!
Dopo lo spettacolo ho preso a riflettere: Prima di
cominciare avevo paura di andare male, però quando ho finito
la mia scenetta e hanno fatto l’applauso sono stata felice.
Quando sono tornata a casa i miei genitori mi hanno detto:
“Bravissima!!!!”
Mi sono sentito felice, molto felice dopo aver mosso le
sagome, dopo aver cantato e suonato. Anche quando lo abbiamo
fatto alle prime e alle quinte.
All’open day prima di iniziare ero molto agitata: avevo il
cuore in gola, non vedevo l’ora di iniziare e pensavo tra me
e me: “E se sbaglio a muovere e se vado avanti…”
Però mi sbagliavo, infatti alla fine dello spettacolo un
mare di applausi, i miei genitori anche loro a
complimentarsi. Anche la maestra lunedì è venuta a dirci che
era fiera di noi.
Io avevo paura di impallarmi davanti ai miei genitori. Avevo
anche paura che a Cosimo (che faceva Cleopatra) non gli
venisse la voce, che era la nostra attrazione. Quando ho
sentito gli applausi ho capito che ce l’avevamo fatta.
Prima dello spettacolo ero molto, anzi moltissimo nervoso.
Credevo che se avessi sbagliato la risata malefica i
genitori avrebbero riso di me e sarebbe stata l‘apocalisse.
Allo spettacolo del 30 io mi sentivo agitata perché dovevo
suonare e avevo il gesso, allora dovevo suonare di destro e
non mi riusciva perché ero abituata di sinistro, quindi,
quando dovevo suonare, mi perdevo spesso. Quando muovevo le
sagome ero insicura: avevo paura di sbagliare tutto e di far
fare una brutta figura a tutti i miei “compagni di storia”.
Io ero emozionata, a volte non mi ricordavo le parole: poi
facevo un respirone e mi ricordavo tutto. |