L'interesse dei bambini per il nome della
scuola è scaturito da varie attività.
Nel gioco del proprio nome ritmato ogni
bambino scandiva il proprio nome con il battito delle mani
ad ogni fonema: “Io mi chiamo … ” Dopodiché, si nominavano
gli oggetti della stanza fino ad arrivare ad accorgersi
che manca il nome alla scuola.
"La nostra scuola è la Scuola dell’infanzia di Troghi!" ha
asserito una bambina con fierezza.
"Sì, però - ha risposto un bambino dopo qualche istante - è
come dire bambina di San Donato, bambino di Troghi o del
Cellai! Invece tutti abbiamo il nome!"
Abbiamo letto la storia “La bambina senza
nome” che tutti chiamavano “tu” e per questo era triste. La
storia è piaciuta molto ai bambini e li ha fatti ripensare
alla nostra scuola senza nome: è scaturita così la
convinzione che è importante assegnarle il nome per farla
FELICE!
Dopo aver fatto il disegno individuale i
bambini hanno pitturato il cartellone della scuola che ride
felice. |
Come si chiamerà la nostra scuola? Si
chiamerà “DON LORENZO MILANI”
La storia di Don Milani
raccontata dalle maestre
In un posto sulle colline c’erano
alcune casette sparse nella campagna. La gente aveva poche
cose, in ogni casa ci abitavano in molti e per vivere
lavoravano nei campi: aravano la terra, seminavano,
raccoglievano i frutti e allevavano gli animali per poi
venderli e potersi levare la fame.
I bambini e i ragazzi più grandi aiutavano i loro genitori
nei lavori, ma non erano felici: in quel posto non c’era
nemmeno un luogo dove potersi ritrovare e stare insieme.
Un bel giorno arrivò a Barbiana, così si chiama quel luogo,
Don Lorenzo Milani: un giovane prete che amava tanto i
bambini.
Piero, un bambino di sei anni, lo vide vestito con un abito
lungo e nero mentre stava camminando lentamente verso la
chiesa, fu incuriosito e subito gli fece delle domande:
“Ehm…senti, chi sei ? Perché non sei a lavorare nel campo?
Perché sei vestito così?"
Lorenzo si sedette sul muretto del piazzale e lo chiamò
vicino a sé:
“Mi chiamo Lorenzo, sono un prete e sono venuto per stare
con voi: bambini, ragazzi e con tutta la gente di questo
posto. Vuoi giocare con me a pallone?"
"Sii!" rispose Piero.
Giocarono per un po’ a pallone fino a quando la mamma chiamò
Piero affinché l’aiutasse in casa.
La sera Piero raccontò ai suoi fratelli dell’incontro fatto
e il giorno dopo andarono tutti da Lorenzo a giocare a
pallone.
Si sparse la voce e ben presto arrivarono tutti i bambini e
i ragazzi della campagna. Lorenzo giocava con i bambini, ma
parlava anche con loro e gli faceva conoscere tante cose
nuove: loro si incuriosivano sempre di più e ascoltavano i
suoi racconti. Spesso si scordavano anche l’ora di tornare a
casa! I bambini, affascinati dal suo sapere, vollero
imparare a scrivere, a leggere e tantissime altre cose.
Un giorno Lorenzo iniziò a scrivere degli strani segni su un
grande quadrato nero, la lavagna, e i bambini curiosissimi
chiesero cosa volessero dire e lui rispose:
"Questi sono i segni che ci permettono di scrivere e di
leggere!”
Si misero tutti d’impegno e impararono a scrivere, a
leggere, a contare, a fare l’orto, a sapere com’è fatto il
mondo e… impararono anche a stare insieme! Divennero felici
e contenti e quando furono grandi ringraziarono Lorenzo per
averli aiutati a diventare delle persone brave e capaci.
La scuola di Don Milani è diventata famosa in tutto il mondo
e tante scuole portano il nome di questo grande amico dei
bambini.
Don Milani è diventato un po’ come un eroe
per i bambini e sono stati contentissimi di chiamare la
nostra scuola con il suo nome. Su
un cartellone, costruito da tutti i bambini della scuola con
le varie tecniche del collage, della pittura e della
manipolazione, è stato rappresentato l’ambiente rurale del
racconto di Don Milani. |
In giorno della cerimonia di intitolazione
della scuola, con la canzone “Ci vuole un fiore" tutti i
bambini hanno espresso il pensiero del grande educatore: con
la semplicità delle cose naturali possiamo crescere,
evolvere, formarci.
Tutti insieme hanno cantato, mimandoli, i vari passaggi
della canzone:
Per fare un tavolo ci
vuole il legno
Per fare il legno ci vuole l’albero
Per fare l’albero ci vuole il seme
Per fare il seme ci vuole il frutto
Per fare il frutto ci vuole il fiore
Per fare tutto ci vuole un fiore
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I bambini hanno fatto anche una piccola
drammatizzazione "Dal seme al fiore": tanti semini dormono
e, con il “sole”(bambino nel centro) si svegliano e crescono
piano piano, fino a diventare fiori, ognuno con una forma
diversa dagli altri, mentre si dicono le parole: "Sole, sole
del mattino, sveglia questo semino!" |
Durante l'incontro con i ragazzi alla scuola
elementare, Piero, scolaro di Don Milani, ha raccontato la
sua esperienza vissuta con il sacerdote a Barbiana, mentre
faceva vedere un video con le immagini di alcuni momenti di
vita di Don Milani.
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