Il falso amico

la storia

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C’era una volta un bosco fatato dove vivevano fate gnomi e maghi.
Un giorno uno di questi maghi aveva il mal di testa e per sbaglio fece una magia, colpì un albero e lo fece parlare.
L’albero disse: ”Ciao!”
Il mago spaventato chiese: “Come fai a parlare?”

L’albero rispose: “Sei stato tu a darmi la vita!”

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Il mago tornò in città e raccontò a tutti quello che gli era successo con l’albero.
Gli abitanti si sbalordirono e chiesero: “Davvero? Ma come è successo?”
E il mago ricominciava a raccontare.
Fra gli abitanti c’era un piccolo pipistrello zoppo senza mamma e senza papà.
Il mago lo vide e si emozionò così tanto che il mal di testa gli passò.
Gli venne anche voglia di portare il pipistrello a casa, il pipistrello accettò e, insieme, si incamminarono per il sentiero del bosco.

In realtà il pipistrello era un aiutante del re malvagio che voleva impadronirsi del segreto della magia del mago per diventare più potente del mago.
Arrivati a casa, il pipistrello cenò con il mago e poi andarono a letto.
Il pipistrello, che non era zoppo, saltò agilmente giù dal letto e si mise a cercare le formule magiche: ne trovò una, la prese e volò a portarla al re.

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Il giorno dopo il mago provò a fare una magia, ma non ci riuscì perché la sparizione della formula l’aveva indebolito.
L’albero, che di notte era stato sveglio, disse al mago: “Non ti fidare del pipistrello perché ti ha rubato luna formula.
Ma il mago non gli credette.
Ogni notte il pipistrello portava al re una formula e il mago era sempre più debole.
Ne restava solo una, allora l’albero chiamò le fate che convinsero il mago a lasciare in giro una formula falsa.

Il re preparò la pozione con l’ultima formula, ma mentre la pentola bolliva dal gorgoglio uscirono il mago e le fate che risucchiano tutte le formule e fanno diventare buoni il re e il pipistrello.
Il re, allora condivise tutte le sue ricchezze con gli abitanti di tutto il paese.

 

le sagome per le ombre

sagome per proiettare le ombre

il copione


NARRATORE: In un bosco fatato vivevano fate, maghi e gnomi.
Un giorno il mago Dag aveva un gran mal di testa…

DAG: Oh, che terribile mal di testa! Vediamo se a fare una magia mi passa…
Abracadabra … e poi come diceva la formula? Con questo mal di testa non me la ricordo più!
Accidenti, swang! Oh, mi è partito un colpo!
Oh, ma che sbadato ho colpito l’albero!

ALBERO: Ciao!

DAG: Ma, tu sei un albero come fai a parlare?

ALBERO: Sei stato tu a darmi la vita!

DAG: Mi hai fatto spaventare stavo quasi per cadere nella buca!

ALBERO: Mi dispiace…

DAG: Di colpo mi è passato il mal di testa, devo tornare in città. Ciao Albero!

ALBERO: Ciao Dag!

NARRATORE: Il mago torna in città e incontra il suo amico

DAG: Sai cosa mi è successo oggi nel bosco? Non potrai mai indovinare!
Ho colpito con la mia magia un albero e questo si è messo a parlare e per la paura stavo per cadere in una buca!

AMICO: Incredibile!

NARRATORE: Poco lontano ascolta la conversazione il pipistrello che si avvicina al mago …

PIPISTRELLO: Oh, potente mago, se la tua magia potesse aiutarmi…

DAG: Perché, cosa hai fatto ?

PIPISTRELLO: Sono sfortunato, molto sfortunato! Sono orfano e sono anche zoppo!

DAG: Oh, mi dispiace, ma la mia magia non può nulla, però se sei solo puoi venire a casa mia!

PIPISTRELLO: Grazie!

NARRATORE: Il mago e il pipistrello arrivarono a casa…

(FAR SALIRE IL TAVOLO)

DAG: Cosa vuoi da cena, ti preparo delle patatine fritte?

PIPISTRELLO: Grazie, volentieri!

NARRATORE: Dopo cena…

DAG: Hai sonno? Vuoi andare a letto?

PIP: Sì, ho molto sonno (sbadiglia)

NARRATORE: Il pipistrello in realtà era un aiutante del re Malvagio che voleva impossessarsi della magia del mago per diventare più potente del mago Dag.
Quindi, mentre Dag dormiva, entra nel suo studio per prendere le formule magiche…

PIPISTRELLO: Vediamo un po’ dove sono le formule: ah, eccole, prendo questa e la porto al re! (canta)
Volare oh, oh, rubare oh,oh, oh!

(SPENGERE)

NARRATORE: Il giorno dopo…

DAG: Stamani voglio fare una magia Ecco: Bidibidobidibù
Ma come mai non succede niente? Uffa, ieri il mal di testa, oggi non riesco a compicciare niente!
Poi mi sento anche debole.

NARRATORE: Da quella notte, ogni notte il pipistrello rubava una formula al mago che diventava sempre più debole. Finchè una mattina…

DAG: Andrò a trovare l’albero parlante. Vediamo se con una bella passeggiata mi tornano le forze!

ALBERO: Oh, mago buongiorno!

DAG: Caro albero, ciao, mi sento tanto debole…

ALBERO: Per forza! Il pipistrello ti sta rubando tutte le tue magie, io di notte sono sveglio e lo vedo passare. Porta tutte le tue formule al re Malvagio!

DAG: Non ci posso credere! No, non è vero!

ALBERO: Lascia una formula falsa e vedrai…se non credi a me, crederai alle fate. Fate venite qui!

FATE: Ha ragione l’albero, Dag, Prova!

DAG: Va bene, ma non può essere!

(SPENGERE)

PIPISTRELLO: Oh, mio re questa è l’ultima formula, dai proviamo a fare la pozione.

RE: Senti come bolle, tra poco sarò il più potente mago del mondo. E’ pronta! Ora bevo! Bevine un po’ anche tu!

DAG: Sorpresa! Stai bevendo la pozione che ti farà diventare il più generoso re del mondo!

RE: Pipistrello, vai nella stanza del tesoro e dividi le mie ricchezze con i miei sudditi!

PIP: Va bene, ottima idea!


 

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