Tre chicchi di grano
Tornare alle stelle

"C'erano ancora prima del respiro, ci saranno alla nostra dipartita,
forse faranno ballare appesa a un filo la nostra vita
e in tutti quel chiarore sterminato, dove ogni lontananza si disperde,
guardando quel silenzio smisurato l'uomo... si perde"

Francesco Guccini - "Le stelle"

I nostri chicchi di grano sono arrivati all'improvviso da una stella ad una signora che ce li ha generosamente mandati. Abbiamo allora pensato che come in ogni viaggio, il punto di ritorno coincide con quello di arrivo, sarebbe stato bello tornare con la nostra immaginazione e fantasia, lassù nel cielo, tra le costellazioni.
Tornare alle stelle, là dove si è liberata la fantasia e l'intelligenza e la sapienza dell'umanità, tornare alle stelle da dove è giunto un semplice ma potente segno che ci fa tatto crescere, emozionare, pensare, tornare alle stelle tutte quelle volte che la vita chiede la forza per continuare a sperare, per avere fiducia, per credere nei segni e nei sogni.
Abbiamo osservato sui libri e atlanti le costellazioni, poi ognuno ne ha inventata una propria e l'ha disegnata. La sera della nostra festa di saluto l'abbiamo cercata nel cielo con il nostro telescopio.

Ecco alcuni esempi delle nostre costellazioni

SCUDO DELLA PROTEZIONE

Questo scudo si chiama così perché rappresenta la protezione e la forza.
Secondo me se esistesse e qualcuno riesce a vederlo immaginandolo, sarà protetto per tutta la vita.

 

LA FELICITA'

La felicità che abbiamo provato il primo anno di questa bella esperienza quando, dopo aver avuto tanta paura, abbiamo visto spuntare le prime spighe, ancora verdi, da quella terra scura.

Il buio del cielo e il mistero delle stelle che ha affascinato, guidato e accompagnato l'uomo nella sua storia è stato l'inizio del nostro viaggio e là siamo voluti tornare sfidando paure e sconosciute regole; e se l'uomo ha pensato, visto e immaginato Pegaso fra quelle stelle, perché noi non possiamo pensare, immaginare, vedere d'ora in poi lassù nel cielo un insieme di stelle che sarà per ognuno la sua costellazione, quella da cui è giunto lo stupore, la forza e la magia di questa esperienza.

Il viaggio termina laddove è iniziato: si torna a casa, si chiude un cerchio, si ricomincia. Niente però è come prima, gli occhi hanno visto cose, colori, e luci che non conoscevano; l'animo immagini ed esperienze nuove, segrete e intime che fanno rivedere i proprio mondo e la propria vita. I viaggi sono fatti di addii, di lacrime, di nostalgia, di incertezza e di stupore. Vivere e conoscere è come viaggiare

"La conoscenza è un cammino ordinario e straordinario, di conferma e di sorpresa, di fascinazione e di sgomento, di fatica e di gioia" (E. Morin)

PENSIERI, RICORDI ED EMOZIONI DOPO CINQUE ANNI PASSATI INSIEME


Cinque anni di scuola passati insieme stanno per finire, manca poco, solo una settimana. Ci sono molte attività interessanti fatte in questi anni ma la mia preferita è stata l’esperienza del grano. Mi ricordo che in prima elementare arrivò una lettera misteriosa con allegate altre piccole letterine con tre chicchi di grano ciascuna. Noi abbiamo discusso molto su come usare quei chicchi e alla fine abbiamo deciso di seminarli. Li abbiamo seminati in dei vasi, uno per ogni classe. Da lì in poi sono stati mesi di attesa, paura e speranza, ma alla fine ne è valsa la pena: dai vasi erano spuntate piccole piantine verdi che, piano piano, sono diventate una spiga. Il secondo anno, invece, li abbiamo seminati in giardino, in uno spazio più grande. In quel caso avevamo ancora più paura. Il grano poteva non crescere e gli uccelli lo avrebbero mangiato. Così, per protezione, abbiamo messo intorno al campo delle girandole e dentro degli spaventapasseri. I chicchi sono nati in abbondanza e, da quanti erano, li abbiamo dovuti seminare a Pagnana, lontano da noi. Confesso che in quel momento il mio cuore è scoppiato. Il grano era lontano e noi non potevamo proteggerlo, solo sperare. Così un giorno abbiamo deciso di andare a trovarlo a piedi. Non sapevamo la strada ma dovevamo per forza trovare il grano. Siccome tirava vento, una bambina propose di seguirlo, non si sbagliava : alla fine siamo arrivati a Pagnana e non avevamo fatto poco; durante il viaggio, a turno, spingevamo un nostro compagno che andava in carrozzina. Anche il quarto anno è stato così, ed ora eccoci qui, in quinta elementare al termine della scuola primaria. Come saluto alle maestre, vorrei ringraziarle per tutte le esperienze che ci hanno fatto vivere, ci hanno sostenuto e ci hanno capito,ma soprattutto vorrei ringraziarle per averci fatto provare un piacere nuovo, il piacere di imparare. Lo so che per noi e per le maestre è difficile separarci,ma voglio dire alle insegnanti che il tempo serve,ma non esiste. Questo vuol dire che il tempo serve e bisogna usarlo bene, ma in verità non esiste, perché non c’è un tempo e un’età precisa per volerci bene.

Sara

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