Tre chicchi di grano
Classi terze:
nuove attività relative alla seconda fase del percorso
(vedi
Tre chicchi di grano 2006/2007)
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Per proteggere il nostro grano piantato nel giardino della
scuola abbiamo costruito due spaventapasseri: Antonio e Armando.
Attraverso di noi, si presentano. |
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Mi presento: sono Armando |
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Piacere, il mio nome è Armando e vivo a Rignano sull'Arno, sono
uno spaventapasseri e sono stato costruito dai bambini della
terza B.
Ho la testa fatta con un pallone, gli occhi blu, un bel sorriso
smagliante molto rosso e un cappello di lana nero come il buio.
Il mio abbigliamento è molto elegante: ho un bel papillon, una
giacca color crema, una camicia bianca a strisce celesti e dei
guanti verdi.
Fra poco avrò dei pantaloni e forse anche delle scarpe.
La mia casa è uno splendido campo di grano recintato con tante
girandole colorate che quando tira il vento sembrano fiori
danzanti e mi danno allegria.
Vedo crescere il grano sotto di me e pian piano, mi sembra che
la terra scompaia sotto i miei occhi.
Mi piace stare all'aria fresca, mi piace sentire il canto degli
uccelli e annusare la primavera. In primavera gli alberi davanti
a me fioriscono dando un bel tocco di rosa.
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Quando sono arrivato
tanti bambini mi hanno circondato e mi hanno preso subito per
amico. Mi vogliono un sacco di bene e mi desiderano come un
fratello. Io sono felice perché sono un elemento importante per
il grano e i bambini; infatti se non ci fossi io i passerotti
avrebbero già mangiato i semi e non crescerebbero più le
graziose spighe con le quali i bambini ci faranno la farina per
fare del buon pane.
Proprio accanto a me c'è Antonio il mio migliore amico che è
sempre gentile e generoso con me e qualche volta chiacchieriamo
un po'.
Chiacchieriamo dei sogni che facciamo la notte. Un giorno ho
raccontato a Antonio che un giorno freddo e buio ci staccavamo e
cascavamo per terra e... non ricordo più! Era un incubo. Tutti e
due ci siamo messi a ridere perché tutto ciò era impossibile:
noi siamo ben forti e ben piantati nel terreno. Io se sono così
forte potrò sorvegliare il campo di grano giorno e notte per far
felici i bambini. |
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Mi sento un po' triste quando sono da
solo, che non sento più le voci dei miei amici. Però il mio amico
Antonio mi rallegra sempre e insieme passiamo un pomeriggio sereno.
Mi piacciono molto le giornate assolate, che mi scacciano i cattivi
pensieri, invece le giornate cupe, senza neanche uno spiraglio di
sole con le nuvole nere e per di più con i tuoni, mi fanno diventare
triste.
Il mio sogno nel cassetto sarebbe correre per i prati e vivere in
cima a una montagna dove il sole potesse sempre tramontare.
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Mi presento: sono Antonio |
Buongiorno, mi chiamo Antonio,
sono uno spaventapasseri., ho ventotto anni, peso sei chili e
sono alto un metro e dieci. Sono vestito con un cappello
argentato con un fiocco rosso, una sciarpa nera e rossa, una
camicia a quadretti grigia e un paio di guanti gialli caldi.
Mi trovo in un bellissimo giardino dove tanti bambini giocano.
Sono rinchiuso da tante girandole di tanti colori; vivo in mezzo
a tanto grano seminato e accanto a me ho un amico di nome
Armando, uno spaventapasseri come me.
Il mio compito è di stare immobile, a spaventare gli uccelli,
quindi proteggere il grano dei miei amici.
Dopo le 16,30 qua diventa un po' triste perché non si sentono
più le voci dei bambini.
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Alla mattina mi
sveglio presto per vedere il sorgere del sole.
Quando piove e ci sono i tuoni io ho paura, ma Armando mi consola e
mi dice che non mi devo preoccupare. Il mio sogno è di diventare
coraggioso come Armando.
Ho altri desideri: di poter camminare, giocare con i bambini, andare
a scuola e girare il mondo.
Non mi piace molto essere uno spaventapasseri perché devo stare
sempre immobile, mentre vorrei correre, saltare e divertirmi almeno
un po'. Però, meno male che ho tanta fantasia e posso immaginarmi
tutto! |
La scuola sta per finire e dobbiamo decidere delle
sorti di Antonio e Armando: li smontiamo o li conserviamo?
Abbiamo discusso un po': |
- Buttarli via è come
se si bocciassero anche se son stati bravi |
- Le cose non si buttano via,
si rifanno più nuovi, più forti. Non si usano cose diverse perché è
come dire "non me ne frega più niente". E' come se fossero promossi,
non bocciati. È
come se diventassero più grandi, con qualcosa di diverso. Antonio e
Armando saranno una evoluzione di quelli di quest'anno. Usare le
cose dell'anno prima non è distruggerli ma renderli più forti. Ad
esempio il legno marcirà e si può sostituire per farlo più forte.
Non è come seppellirli. |
- Noi gli
vogliamo bene e hanno fatto bene il loro dovere. |
- Vogliamo
farli più resistenti e non punirli perché hanno fatto male il
lavoro. |
- Io direi di
smontarli perché potrebbero rompersi da un momento all'altro e non è
tanto bellino un giorno andare in giardino e vederli in terra. |
- Io invece li vorrei smontare,
perché quest'anno gli uccelli hanno mangiato il grano, l'anno
prossimo si fanno più paurosi. |
- Si potrebbero conservare, perché
l'anno prossimo si modificano un po' e rimane un ricordo di quando
li avevamo costruiti |
Dopo la discussione si passa ai
voti: abbiamo deciso di conservarli, magari si sostituiranno le
parti sciupate e ne aggiungeremo delle altre.
Smontarli sarebbe come
perdere un nostro amico. |
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