PER I BAMBINI E LE MAESTRE DELLE PRIME DI
RIGNANO
Sulla cima delle montagne, la notte, il cielo è più nero del nero, le
stelle riesci a vederle tutte e sono tantissime.
Due occhi erano lì abbandonati a guardare quel cielo, quella luminosa
luna piena e quei puntini gialli grandi e piccoli, mondi antichi e
lontani, che sempre erano stati lì e che lo sarebbero rimasti per sempre
come le immagini di una fotografia.
Non siamo mai abbastanza pronti ed abituati a stupirci, a pensare ai
cambiamenti improvvisi, quelli che lasciano senza fiato e che
costringono a rivedere la vita e se stessi.
E quegli occhi non erano pronti a vedere, all’improvviso una stella che
si muoveva velocissima, cambiando forma e lanciandosi nel nero del cielo
come un proiettile infuocato che velocemente si spegneva lasciandosi
dietro scintille dorate.
Una stella cadente! Un desiderio... una speranza!
Assistere alla caduta di una stella è come essere testimone, per caso,
di un evento unico e straordinario per quella stella, resistita ad un
tempo lunghissimo e che in quella notte, in cui i tuoi occhi anziché
guardare la televisione, guardano il cielo, ha trovato la morte.
Ma quella notte, su quella montagna, la stella non morì.
Lentamente le scintille dorate della sua scia luminosa scesero e si
andarono a posare a terra, vicino a quei due occhi, che ancora non
credevano a se stessi.
La donna ne raccolse uno, era piccolo, giallo e assomigliava . . . a un
CHICCO DI GRANO! Si guardò intorno, il prato era adesso pieno di
piccoli, dorati chicchi di grano.
Aveva con sé adesso frammenti di desideri, di speranze: profumavano di
cielo, di luna piena, di notte, di venti lontani e antichi, di sogni di
bambini.
Si sentiva il privilegio di possedere un tesoro.
Poteva tenerselo nascosto da qualche parte, sorvegliarlo, possederlo,
proteggerlo ma poi ha deciso di affidarlo a voi bambini e a voi maestre;
lei è già stata fortunata ad assistere ad una tale magia e privilegiata
nel pensare che una stella abbia scelto proprio lei per donarle
frammenti della sua storia, del suo ricordo, della sua anima.
Ora i chicchi di grano sono vostri, ogni bambino ne ha tre e tutti
insieme ne avete tanti. Potete nasconderli, sorvegliarli, possederli,
proteggerli oppure . . . seminarli.
Non sarà facile, lo so, staccarsi da loro, ci vuole coraggio, non sarà
facile, lo so, mescolarli agli altri, ci vuole altruismo, non sarà
facile, lo so, seminarli, ci vuole la fantasia di provare a immaginare
che là sotto, nel buio e nel freddo della terra, qualcosa succederà,
come nel buio di quel cielo, in cima alla montagna.
Sarà un’avventura lunga e coraggiosa, dovrete staccarvi dai vostri
chicchi di grano ed anche proteggerli, a volte difficile, dovrete
aspettare e non vedere nulla, ma anche magica, dovrete sognare e
immaginare ma poi potrebbe accadere che vi stupirete e sarete felici.
“Dicono che c’è un tempo per seminare ed uno più lungo per aspettare, io
dico che c’era un tempo sognato che bisognava sognare.”
Se vi capiterà in questa lunga avventura di avere paura e di non saper
più sognare, pensate a questa frase, provate a ripeterla e credo che vi
aiuterà!
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