Nina e le belve |
Una volta, nel Mar Rosso, ho conosciuto una bambina che si chiamava Nina e aveva dieci anni. A Nina piaceva tanto andare in barca e un giorno volle viaggiare; prese la valigia, da mangiare, da bere, un materasso, una coperta e partì. Navigò per giorni, settimane, mesi fino a quando trovò un’isoletta con molti alberi alti, così alti che i rami toccavano le nuvole, ma soprattutto dietro gli alberi c’era una città formata solo da grattacieli, si chiamava Lungapolis. Nina entrò in città e voleva subito conoscere qualcuno, ma il problema era che tutti erano altissimi, quindi non sapeva come farsi notare.
Il giorno dopo quando entrò in piazza vide quattro belve alte tre metri, aveva molta paura, ma per fortuna aveva con sé una bistecca che le aveva dato la mamma nel caso in cui avesse avuto fame durante il viaggio. Nina cominciò a sventolargli la bistecca sotto al naso, le bestie inferocite rincorsero Nina, ma lei, essendo così bassa, scappò sotto le loro zampe e fece intrecciare le gambe, i colli e le code, con un grande garbuglio.
Nina
dopo averci pensato a lungo riuscì a costruire una macchina adatta
(la protagonista usa i bambini come ingranaggi) |