La parola lavoro proviene dal termine latino “labor” e significa
fatica, travaglio, pena.
Nelle antiche civiltà è presente una netta distinzione tra lavoro
intellettuale e lavoro manuale.
Il lavoro intellettuale, spesso, era
riservato ai sacerdoti o alle persone più colte perché ritenute più
vicine alla sapienza divina.
Il lavoro manuale, invece, veniva considerato come una “vergogna” e
perciò era svolto soltanto dalle persone appartenenti alle classi
sociali più povere.
Dall’epoca dei Sumeri fino alla nascita delle
prime fabbriche tra il Seicento e Settecento, chi lavorava
manualmente, utilizzando esclusivamente la propria manodopera, non
faceva parte della società ed era considerato inferiore, non aveva
perciò nessun diritto.
Con l’avvento delle prime industrie, l’idea di “lavoro” ha assunto un
significato ed una valenza molto diversi.
Chi lavorava era in grado di utilizzare le proprie abilità e la
propria forza produttiva, poteva creare e trasformare le cose e perciò
acquisiva molta importanza per il benessere della società.
Oggigiorno il lavoro è ritenuto indispensabile poiché permette
all’uomo di vivere dignitosamente.
Nella Costituzione, oltre al primo articolo, ci sono anche molti altri articoli che riguardano
il tema del lavoro: art.35, art.36, art.37, art.38.
Questi articoli si trovano nella prima parte della Costituzione e
precisamente nei diritti e doveri dei cittadini.
Questo ci fa capire
che in Italia il lavoro è considerato un diritto e un dovere di tutti
i cittadini italiani.
Il lavoro è un diritto perché lavorando riceviamo uno stipendio che ci
permette di mantenerci e di mantenere la nostra famiglia; è un dovere
perché tutti noi facciamo parte della società italiana e abbiamo
ognuno un compito da svolgere per il benessere della collettività.
Il lavoro di noi bambini è quello di andare a scuola, perciò è un
nostro diritto e, nello stesso tempo, un nostro dovere (art.33 e art.
34 della Costituzione).
Tutti i bambini hanno il diritto di andare a scuola cioè di avere
un’istruzione.
Purtroppo ancora oggi esistono nel mondo bambini che non possono
andare a scuola perché devono compiere dei lavori al posto degli
adulti. A loro viene tolto un diritto e vengono sfruttati.
Questo fenomeno al di fuori di tutte le leggi si chiama sfruttamento
minorile. |