VIVERE IN DEMOCRAZIA
Noi, cittadini italiani

Quest'anno abbiamo scoperto cosa vuol dire vivere in uno Stato democratico.
Nella storia, dagli antichi Romani ai giorni nostri, abbiamo conosciuto il significato del termine democrazia e di come si è trasformato nel tempo.

La nostra idea

D
E
M
O
C
R
A
Z
I
A

come Donare, dialogare e non demolire
come
Essere eguali ed esser felici
come
Mancanza di indifferenza, di debolezza
come
Ora dobbiamo reagire, niente ostacoli all’orizzonte
come
Costituzione democratica
come
Rispetto nei confronti degli altri
come
Amicizia e amore reciproco
comeZummiamo” sui problemi dei cittadini
come Immaginare e comprendere le difficoltà nel mondo
come Assistenza a chi ne ha bisogno:
Democrazia in questo mondo!

L'ordinamento dello Stato italiano

L'Italia è una Repubblica democratica, questo significa che non è una monarchia e i rappresentanti che governano sono eletti da noi cittadini durante le elezioni politiche.

Secondo la Costituzione l'ordinamento si fonda sull'equilibrio fra tre poteri

Disegno mano con tre dita alzate

Potere legislativo:
il potere di fare le leggi

Potere esecutivo:
il potere di mettere in atto le leggi

Potere giudiziario:
il potere di giudicare chi non
rispetta le leggi

Il potere legislativo spetta al Parlamento, di cui fanno parte Senatori e Deputati votati dai cittadini.
Noi abbiamo visitato la sede del Parlamento che si trova a Roma.

Disegno organizzazione dello Stato italiano

Foto sede del Parlamento italiano

Un'altra cosa importante per uno Stato democratico è il lavoro.
Il primo articolo dei principi fondamentali della nostra Costituzione dice che:
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro…”
In occasione della Festa della Toscana, quest'anno dedicata al tema "Costruire lavoro", abbiamo riflettuto su quanto sia importante il lavoro per uno Stato e per i suoi cittadini.

“Costruire lavoro” - 30 Novembre 2008 - Festa della Toscana

Riflessioni

La parola lavoro proviene dal termine latino “labor” e significa fatica, travaglio, pena.
Nelle antiche civiltà è presente una netta distinzione tra lavoro intellettuale e lavoro manuale.
Il lavoro intellettuale, spesso, era riservato ai sacerdoti o alle persone più colte perché ritenute più vicine alla sapienza divina.
Il lavoro manuale, invece, veniva considerato come una “vergogna” e perciò era svolto soltanto dalle persone appartenenti alle classi sociali più povere.
Dall’epoca dei Sumeri fino alla nascita delle prime fabbriche tra il Seicento e Settecento, chi lavorava manualmente, utilizzando esclusivamente la propria manodopera, non faceva parte della società ed era considerato inferiore, non aveva perciò nessun diritto.
Con l’avvento delle prime industrie, l’idea di “lavoro” ha assunto un significato ed una valenza molto diversi.
Chi lavorava era in grado di utilizzare le proprie abilità e la propria forza produttiva, poteva creare e trasformare le cose e perciò acquisiva molta importanza per il benessere della società.

Oggigiorno il lavoro è ritenuto indispensabile poiché permette all’uomo di vivere dignitosamente.

Nella Costituzione, oltre al primo articolo, ci sono anche molti altri articoli che riguardano il tema del lavoro: art.35, art.36, art.37, art.38.
Questi articoli si trovano nella prima parte della Costituzione e precisamente nei diritti e doveri dei cittadini.
Questo ci fa capire che in Italia il lavoro è considerato un diritto e un dovere di tutti i cittadini italiani.
Il lavoro è un diritto perché lavorando riceviamo uno stipendio che ci permette di mantenerci e di mantenere la nostra famiglia; è un dovere perché tutti noi facciamo parte della società italiana e abbiamo ognuno un compito da svolgere per il benessere della collettività.
Il lavoro di noi bambini è quello di andare a scuola, perciò è un nostro diritto e, nello stesso tempo, un nostro dovere (art.33 e art. 34 della Costituzione).

Tutti i bambini hanno il diritto di andare a scuola cioè di avere un’istruzione.

Purtroppo ancora oggi esistono nel mondo bambini che non possono andare a scuola perché devono compiere dei lavori al posto degli adulti. A loro viene tolto un diritto e vengono sfruttati.

Questo fenomeno al di fuori di tutte le leggi si chiama sfruttamento minorile.

 

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