Era bagnato fradicio e coperto di fango e
aveva fame e freddo ed era lontano cinquantamila anni-luce da casa.
Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità, doppia di quella
cui era abituato, faceva d'ogni movimento un'agonia di fatica.
Si trovava su una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano sbarcato.
E adesso c'era arrivato anche il nemico. Il nemico, l'unica altra razza
intelligente della Galassia...
crudeli, schifosi, ripugnanti mostri.
iL primo incontro era avvenuto vicino al centro della Galassia ed era stata la
guerra, subito.
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame e freddo, e il giorno era
gelido e spazzato da un vento violento che gli faceva male agli occhi. Stava
all'erta, lontano cinquantamila anni-luce dalla patria, a combattere su un mondo
straniero e a chiedersi se ce l'avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle.
E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Il nemico emise quel verso
strano, agghiacciante, che tutti quelli come lui facevano.
Il verso e la vista di quell'essere lo fecero rabbrividire.
Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle
d'un bianco nauseante e senza squame.
(Fredric Brown, "La sentinella", in "Le meraviglie del possibile I", Einaudi)