A calcio mi sono sentito
diverso perchè mi sentivo inferiore agli altri giocatori, pensavo
che potevano prendermi in giro e dirmi che sono “imbranato” e che
non dovrei giocare con la Rignanese. |
La prima volta che sono
andato dal dottore ho sentito un po’ di paura perché credevo che se
mi lagnavo mi diceva che ero un fifone. |
Mi sono sentito a
disagio quando sono andato per la prima volta dal dentista. Ero
preoccupato perchè non sapevo cosa mi avrebbero fatto, quando salii
in macchina avevo la tremarella. Arrivato il mio turno entrai nella
stanza e mi sentii ancora di più a disagio: non avevo mai visto gli
strumenti, non sapevo a cosa servissero e non conoscevo la
dentista. In quell’attimo avrei voluto essere a casa mia, mi sentivo
tutto solo, isolato, preoccupato e agitato. |
Mi sono sentito a disagio
il primo giorno di scuola perché mi trovavo con compagni diversi da
quelli a cui ero abituato. Ho avuto un po’ di difficoltà a
socializzare con alcuni, inizialmente non mi consideravano, per loro
ero invisibile. |
A me è capitato di
sentirmi alieno quando sono andato al mare, c’erano dei bambini che
abitavano sul posto, mentre io ero lì da un giorno; loro si
conoscevano bene, mentre io non sapevo neanche il loro nome.
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Mi sono sentita aliena
quando sono arrivata alla scuola materna di Rignano, era il secondo
anno e non conoscevo nessuno, neanche le maestre, e tutti i bambini
mi guardavano. |
Mi sono sentita diversa quando ho iniziato la danza a Pontassieve,
pensavo di essere buffa per le maestre e mi sembrava di fare le cose
diversamente dalle altre bambine. |
Mi sono sentito alieno
all’asilo perché non sapevo parlare l’italiano e per questo motivo
non giocavo tanto con gli altri; anche all’inizio della prima mi
sentivo diverso, sempre per lo stesso motivo: la lingua. |
Mi sento a disagio
quando vado a cenare da qualche amico dei miei genitori, perché non
li conosco, loro mi chiedono molte cose io mi vergogno a
rispondere. |
Quando sono arrivato in
questa scuola in Italia non sapevo parlare la lingua, tutti i miei
nuovi compagni mi domandavano se volevo giocare con loro, ma io non
capivo nulla e rispondevo di no. Poi, siccome c’era un bambino che
parlava la mia lingua rumena, mi spiegò quello che mi dicevano gli
altri compagni e così cominciai a giocare con tutti quanti.
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Il primo giorno di
ginnastica artistica ero un po’ imbarazzata, non mi sentivo a mio
agio e parlavo a scatti come se avessi preso la scossa perché non
conoscevo nessuno, era tutto nuovo per me, a fare gli esercizi ero
una frana e tutti mi prendevano in giro. |
Mi sono sentita aliena
quando mia zia si è sposata, perché tutti quanti erano fissati a
guardare la sposa e io facevo di tutto perché mi ascoltassero e per
fargli ricordare che io c’ero. |
Mi sono sentito a disagio
quando ho cominciato a giocare a calcio, tutti gli altri erano più
grandi di me e dicevano che non sapevo fare nulla. Loro si
divertivano senza di me e quando cercavo di fare amicizia mi davano
le spalle. Non avevo le scarpe da calcio, le maglie e i pantaloncini
mi stavano grandissimi e stavo scomodo. Non conoscevo nessuno,
neanche l’allenatore, pensavano che non ero bravo e non mi
guardavano mai, sicché non toccavo mai la palla. |
Mi sono sentito a disagio
quando sono andato per la prima volta dal dentista. Mi aveva messo
a sedere e mi ha messo i suoi attrezzi davanti, erano tanti e strani
e io avevo una paura da urlare. |
Quando sono andata al
mare, il primo giorno vedevo tutti i bambini giocare, mentre io ero
da sola sotto l’ombrellone. La mamma mi diceva di andare dagli altri
bambini e di fare amicizia, però io avevo paura che mi prendessero
in giro e stavo nascosta dietro la mamma. |
Spero proprio di non
andare a vivere in qualche altro paese, lì mi sentirei a disagio,
non ce la farei a parlare un’altra lingua. Ormai mi sono affezionato
a questa scuola e alle mie maestre e non voglio cambiare, io sto
bene a Rignano e a Rignano preferisco restare. |
A me è capitato di
sentirmi “aliena” all’asilo, perché ero appena arrivata dalla
Sicilia e c’erano molte cose diverse: la lingua, l’aspetto delle
classi, il modo di fare delle insegnanti, i grembiulini. Mi sentivo
a disagio anche perché non riuscivo a introdurmi nel gruppo.
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Se mi trasferissi in un
paese fuori dall’Italia, mi sentirei molto starna in confronto agli
altri e mi vergognerei a parlare con le maestre. Uno dei nostri
compagni è arrivato da poco dall’Albania, penso che gli sia
dispiaciuto lasciare i suoi amici e credo che i primi giorni si sia
sentito disorientato, triste e abbia provato un senso di inferiorità
rispetto agli altri bambini. |
Quando ho iniziato a
fare danza mi è sembrato tutto nuovo: la palestra, le bambine e
l’insegnante, che mi pareva molto buffa. Quando si doveva ballare a
coppie nessuno voleva ballare con me e quando organizzavano le
posizioni dei balletti mi lasciavano da sola e si ricordavano di me
solo alla fine. Mi sentivo offesa, senza valore, non notata e
diversa dagli altri. |
Quando sono venuto in
Italia mi sono vergognato perché ero straniero, non conoscevo
nessuno, non conoscevo il paese, non capivo l’italiano e quando i
bambini mi chiamavano andavo dentro casa. |
Quando sono entrato nel
gruppo dei chierichetti non sapevo cosa dire, non sapevo di cosa
parlavano e mi sentivo come perso in qualche parte del mondo.
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Mi sono sentito alieno
all’interno della sala operatoria, quando avevo cinque anni e mi
hanno tolto le tonsille. Ho visto il bisturi, le forbice e il
dottore con la puntura per farmi l’anestesia, a quel punto mi è
preso il magone. |
Quando ho cambiato casa
mi sono sentito a disagio perché ero affezionato alle cose che
avevo prima, come la mia camera e il giardino, inoltre non conoscevo
bene i bambini che abitavano vicino. |
Quando ho conosciuto
alcuni amici dei miei genitori e hanno cominciato a parlare con me
io mi sono sentita piccola piccola. |