Innamorati al bacio !
SCUOLA MATERNA DI RIGNANO - III sezione
Ins:
Sentite bambini
volevo parlare con voi di una cosa molto importante,
mi avete detto che
molti di voi sono innamorati.
Ins:
Certo! Quando vuoi.
Ettore
, Lorenzo , Antonino, Rafaela, Alba, Alice, Melinda, Diana, Angela sono intenti
a disegnare, in questo momento
a noi insegnanti sembra che
alcuni di loro siano un po’
imbarazzati dall’argomento,
ma tanta è la voglia di esternare i propri sentimenti
da parte di altri che,
con una velata riservatezza, iniziano a parlare……
-
Comincio io, cosa ti piace sapere?
Ins:
Quello che tu vuoi dirmi.
-
Sono innamorato di Alba.
Ins
: Cosa vuol dire
essere innamorato?
-
Vuol dire quando ti batte forte, forte il cuore.
-
Essere innamorato vuol dire anche essere fidanzati, ma vuol dire anche
darsi i baci, ma non sono baci normali sono baci da fidanzati.
Ins:
Cosa c’è di diverso?
- Il bacio della fidanzata è un bacio gentile, invece quello che si dà alla mamma è un po’ diverso, alla maestra gli si dà ancora un po’ diverso e quando lei la ci bacia si sta bene e si guarda quegli altri bambini e siamo felici, alla fidanzata invece i baci si danno dentro l’albero così nessuno ci vede ma non devono essere tanti, tanti sennò danno anche noia e tutti quegli altri bambini poi prendono in giro !
Lorenzo: Vedi qui lei voleva stare a guardare le pozze e allora io la accontento e lei voleva vedere gli animalini che galleggiavano nell’acqua. Alba: Io lo abbracciavo
forte, forte perché
|
Ins:
Cosa ti piace di Alba?
-
Il viso, gli occhi e le gote tonde, tonde e anche i capelli che sono
lunghi e in fondo un po’ riccioli. Con lei mi piacerebbe andare a Mirabilandia,
perché ci sono tante ruspe che prendono le palline e si gira un pochino e poi
si scaricano da un’altra parte. Poi si potrebbe andare a mangiare la pizza,
tanto io la so anche tagliare ! Poi io conosco un altro posto dove c’è una
ruspa con i cingoli bella, bella e invece di trasportare le palline, porta i
sassini veri. Sarebbe proprio bello andarci con l’Alba, ma è un po' lontanino.
-
La mia fidanzata invece si chiama
Alice, mi piacciono gli occhi perché sono verdi come quelli della mia
mamma e anche i capelli sono belli. Con lei gioco a puzzle ma a lei non gli
riesce tanto, così io gli insegno. Qualche volta gli faccio dei regali, o un
bel disegnino o un fiorellino, ma lei quando lo prende diventa tutta rossa e io
gli chiedo “ Perché tu sei rossa? Ti fa caldo ?” Lei è anche un po’
sbadata; oggi siamo andati in giardino e è uscita senza giubbotto e io gli ho
detto “ Vestiti sennò ti ammali !” Mi piacerebbe portarla a casa mia e gli
direi alla mia mamma “ Mamma
posso portare Alice ?” Se lei mi dice di si, va bene, ma se lei mi dice di no
io ce la porto lo stesso. A casa mia c’ho tanti libri e tanti giochi e anche
tre serpenti di gomma e se lei quando li vede ha paura e scappa via io la
inseguo e gli dico: “Sciocchina non avere paura, ci sono qui io !” Io penso
però che io gli voglio più bene che lei a me, perché qualche volta è un
po’ dura e vuole fare come gli pare e non
mi ascolta.
Alice
in questo momento si zittisce e sembra un po’ a disagio. Si avvicina Ettore e
dice: “Lei non vuole dire a nessuno che mi vuole bene, lo tiene per sé” Poi
Ettore avvicinandosi ad Alice e incoraggiandola le dice “Dai Alice parla sennò
non risolvi il problema!” Alice a questo punto sembra vincere la timidezza e
diventando tutta rossa ricomincia…
-
Mi
piace mangiare accanto a lui, lui è un mangione e così quando sono accanto a
lui mangio anche io di più.
L’insegnante
a questo punto propone di fare un disegno di due innamorati. I bambini accolgono
la
proposta
e il primo che prende subito in mano i pennarelli è Antonino. Prima di dare i
fogli però chiedo quali caratteristiche devono avere questi due bambini che si
sta per disegnare per far proprio vedere che sono innamorati…..
- Si devono baciare per forza.
Ins:
E poi?
- E vanno fatti che ridono perché uno quando l’è innamorato
l’è felice.
Ettore
intanto guarda pensieroso il foglio e dice…….
- Si deve proprio vedere che si baciano?
- Certo il bacio vuol dire fidanzati.
- Ma per baciare le bocche si devono toccare, come si fa?
- Si fa che ridono.
-
Ma se ridono non si toccano.
A
questo punto l’insegnante interviene perché tutto il gruppo
si accorga del problema e trovi una soluzione condivisa.
Ins:
Bambini, Ettore sta dicendo che per fare due fidanzati che si baciano le
bocche si devono toccare, ma lui non sa come fare a disegnare due bambini con le
bocche che si toccano.
-
Dai l’è facile le bocche le si fanno così (imita un bacio)
-
No, ma io dico….. Aspettate che ve lo fo vedere.
Ettore comincia a fare il disegno con l’intenzione di dimostrare a tutti che c’è un problema... Terminato il suo disegno lo mostra al gruppo e dice:
Ettore: Vedi
come si fa a fare che si baciano,
|
Tutti
osservano il disegno di Ettore e sembrano perplessi…….
-
L’è vero sembrano amici ma non fidanzati perché non si baciano.
-
Oh Milvia tu ce lo poi
scrivere te che sono fidanzati.
Ins:
Certo che lo posso scrivere io ma il problema é come fare a disegnare
due bambini che si
baciano. Secondo
voi c’è un modo?
- Forse l’è perché non ci riesce fare un bacio.
-
Il bacio si può anche fare, ma non dal davanti di lato.
Ins:
Ho un’idea. Proviamo a guardare due bambini che si baciano e così
vediamo come possiamo fare
il disegno. Chi è che se lo vuol dare un bacio?
- Io e Alessio
Ins: Alessio va bene?
Mentre
Rafaela e Alessio si danno questo bacio io invito i bambini ad osservare bene
quello che si vede per poi fare i nostri disegni……
Ins:
Guardiamo bene ciò che si vede così poi possiamo disegnarli due che si
baciano.
- Le bocche si toccano.
Ins: Ma si vede tutta la faccia dei bambini?
-
No, si vede solo una parte.
-
E’ vero si vede un occhio solo!
-
Perché quell’altro l’è dietro, ma c’è.
-
Praticamente vanno fatti di lato per vedere il bacio.
Ettore
prende subito la situazione in mano dicendo:
- Oh ragazzi, io ho capito e bisogna fare un occhio solo perché di lato se ne vede solo uno.
Ettore guida tutto il gruppo…Chi ha un dubbio chiede a lui.
Riflessioni:
Nel trarre le dovute conclusioni su questo
percorso ci è sembrato opportuno sottolineare che la motivazione di questo
progetto è nato proprio dall’osservazione delle insegnanti in momenti di
gioco libero, dove i ruoli dei bambini erano creati da loro stessi, secondo
criteri a volte a noi sconosciuti e trasportati da emozioni profonde che
nascondevano un mondo di incertezze, timori e pudori.
Riteniamo che il gioco sia una tappa
evolutiva necessaria, orientata ad esplorare l’ambiente circostante, a
cimentarsi con la novità e la complessità, a mettere alla prova emozioni e
sentimenti ad anticipare l’impegno futuro di affrontare la realtà con
sicurezza e padronanza, ad adempiere compiti ben definiti, finalizzati e
socialmente condivisi.
Grazie all’osservazione, le insegnanti
sono state pronte a cogliere quei linguaggi verbali e non, che erano sintomo di
grande fermento e forte motivazione
nel gruppo. Poi, solo quando i bambini
hanno capito che chi li ascoltava condivideva con loro la complessità e
l’importanza di ciò che “sentivano dentro”,
sono stati disposti a condividere con noi quelle emozioni così nuove per
loro.
Cogliere la centralità del bambino nel
processo di formazione della sua competenza comunicativa, significa rispettarne
il ruolo di iniziatore di processi e accettare una conduzione da insegnanti solo “come
allestitori di contesti “.