Innamorati al bacio !


SCUOLA MATERNA DI RIGNANO   -  
III sezione
 

Dare la parola ai bambini è una costante di ogni nostro percorso, le tracce di vita quotidiana e del pensiero che i bambini ci lasciano non possono essere solo racchiuse dentro le sole parole, spesso necessitano di altro: foto, immagini, disegni e soprattutto racconti, che possono sfociare anche in confidenze.

La capacità di ascolto e rispetto reciproco facilita la comunicazione e il dialogo.

D’altra parte i bambini sono per loro natura i più grandi ascoltatori della realtà che li circonda, ascoltano la vita, nei suoi colori, negli odori, ascoltano gli adulti e i coetanei, anche se questo richiede molta energia, ma  spesso viene ripagata con meraviglia, gioia entusiasmo e passione.

Ins:      Sentite bambini volevo parlare con voi di una cosa molto importante,
            mi avete detto che molti di voi sono innamorati.

-              Si però ti posso parlare mentre disegno?

Ins:      Certo! Quando vuoi.

 Ettore , Lorenzo , Antonino, Rafaela, Alba, Alice, Melinda, Diana, Angela sono intenti a disegnare, in questo momento  a noi insegnanti sembra che  alcuni di loro siano un po’  imbarazzati dall’argomento,  ma tanta è la voglia di esternare i propri sentimenti  da parte di altri che,  con una velata riservatezza, iniziano a parlare…… 

 -             Comincio io, cosa ti piace sapere?

Ins:      Quello che tu vuoi dirmi.

-              Sono innamorato di Alba.

Ins :     Cosa vuol dire essere innamorato?

-             Vuol dire quando ti batte forte, forte il cuore.

-             Essere innamorato vuol dire anche essere fidanzati, ma vuol dire anche darsi i baci, ma non sono baci normali sono baci da fidanzati.

Ins:      Cosa c’è di diverso?

-             Il bacio della fidanzata è un bacio gentile, invece quello che si dà alla  mamma è un po’ diverso, alla maestra gli si dà ancora un po’ diverso e quando lei la ci bacia si sta bene e si guarda quegli altri bambini e siamo felici, alla fidanzata invece i baci si danno dentro l’albero così nessuno ci vede ma non devono essere tanti, tanti sennò danno anche noia e tutti quegli altri bambini poi prendono in giro !

-          Quando siamo innamorati bisogna dirlo alla fidanzata, sennò lei la sceglie un altro bambino,   bisogna dirgli “tu sei il mio cuore”, ci si deve abbracciare e poi giocare insieme. Però il gioco lo decide la fidanzata, o giocare con le bambole o giocare con le costruzioni, con il ritaglio, sai, bisogna dargli retta!

Lorenzo:

Vedi qui lei voleva stare a guardare le pozze e allora io la accontento e lei voleva vedere gli animalini che galleggiavano nell’acqua.

Alba:

Io lo abbracciavo forte, forte perché
gli voglio bene

 

Ins:      Cosa ti piace di Alba? 

-             Il viso, gli occhi e le gote tonde, tonde e anche i capelli che sono lunghi e in fondo un po’ riccioli. Con lei mi piacerebbe andare a Mirabilandia, perché ci sono tante ruspe che prendono le palline e si gira un pochino e poi si scaricano da un’altra parte. Poi si potrebbe andare a mangiare la pizza, tanto io la so anche tagliare ! Poi io conosco un altro posto dove c’è una ruspa con i cingoli bella, bella e invece di trasportare le palline, porta i sassini veri. Sarebbe proprio bello andarci con l’Alba, ma è un po' lontanino. 

-             La mia fidanzata invece si chiama  Alice, mi piacciono gli occhi perché sono verdi come quelli della mia mamma e anche i capelli sono belli. Con lei gioco a puzzle ma a lei non gli riesce tanto, così io gli insegno. Qualche volta gli faccio dei regali, o un bel disegnino o un fiorellino, ma lei quando lo prende diventa tutta rossa e io gli chiedo “ Perché tu sei rossa? Ti fa caldo ?” Lei è anche un po’ sbadata; oggi siamo andati in giardino e è uscita senza giubbotto e io gli ho detto “ Vestiti sennò ti ammali !” Mi piacerebbe portarla a casa mia e gli direi alla mia mamma  “ Mamma posso portare Alice ?” Se lei mi dice di si, va bene, ma se lei mi dice di no io ce la porto lo stesso. A casa mia c’ho tanti libri e tanti giochi e anche tre serpenti di gomma e se lei quando li vede ha paura e scappa via io la inseguo e gli dico: “Sciocchina non avere paura, ci sono qui io !”  Io penso però che io gli voglio più bene che lei a me,  perché qualche volta è un po’ dura e vuole fare come gli pare e non  mi ascolta. 

Alice in questo momento si zittisce e sembra un po’ a disagio. Si avvicina Ettore e dice: “Lei non vuole dire a nessuno che mi vuole bene, lo tiene per sé” Poi Ettore avvicinandosi ad Alice e incoraggiandola le dice “Dai Alice parla sennò non risolvi il problema!” Alice a questo punto sembra vincere la timidezza e diventando tutta rossa ricomincia… 

-             Mi piace mangiare accanto a lui, lui è un mangione e così quando sono accanto a lui mangio anche io di più. 

L’insegnante a questo punto propone di fare un disegno di due innamorati. I bambini accolgono la proposta e il primo che prende subito in mano i pennarelli è Antonino. Prima di dare i fogli però chiedo quali caratteristiche devono avere questi due bambini che si sta per disegnare per far proprio vedere che sono innamorati….. 

-           Si devono baciare per forza.

Ins:      E poi?

-          E vanno fatti che ridono perché uno quando l’è innamorato l’è felice.

Ettore intanto guarda pensieroso il foglio e dice…….

-          Si deve proprio vedere che si baciano?

-          Certo il bacio vuol dire fidanzati.

-          Ma per baciare le bocche si devono toccare, come si fa?

-          Si fa che ridono.

-          Ma se ridono non si toccano.

A questo punto l’insegnante interviene perché tutto il gruppo  si accorga del problema e trovi una soluzione condivisa.

Ins:        Bambini, Ettore sta dicendo che per fare due fidanzati che si baciano le bocche si devono toccare, ma lui non sa come fare a disegnare due bambini con le bocche che si toccano.

-          Dai l’è facile le bocche le si fanno così (imita un bacio)

-          No, ma io dico….. Aspettate che ve lo fo vedere.

Ettore comincia a fare il disegno con l’intenzione di dimostrare a tutti che c’è un problema... Terminato il suo disegno lo mostra al gruppo e dice:

Ettore:

Vedi come si fa a fare che si baciano, 
però qui le bocche non si toccano

 

Tutti osservano il disegno di Ettore e sembrano perplessi…….  

-                 L’è vero sembrano amici ma non fidanzati perché non si baciano.

-                 Oh  Milvia tu ce lo poi scrivere te che sono fidanzati.

Ins:      Certo che lo posso scrivere io ma il problema é come fare a disegnare due bambini che si
             baciano.  Secondo voi c’è un modo?

-                 Forse l’è perché non ci riesce fare un bacio.

-                 Il bacio si può anche fare, ma non dal davanti di lato. 

Nessuno sembra aver prestato attenzione alla parola davanti e di lato così… 

Ins:      Ho un’idea. Proviamo a guardare due bambini che si baciano e così vediamo come possiamo fare
            il disegno. Chi è che se lo vuol dare un bacio?
 

-                Io e Alessio

Ins:      Alessio va bene?

Mentre Rafaela e Alessio si danno questo bacio io invito i bambini ad osservare bene quello che si vede per poi fare i nostri disegni…… 

Ins:      Guardiamo bene ciò che si vede così poi possiamo disegnarli due che si baciano.

-                  Le bocche si toccano.

Ins:      Ma si vede tutta la faccia dei bambini?

-                 No, si vede solo una parte.

-                 E’ vero si vede un occhio solo!

-                 Perché quell’altro l’è dietro, ma c’è.

-                Praticamente vanno fatti di lato per vedere il bacio.

Ettore prende subito la situazione in mano dicendo: 

-               Oh ragazzi, io ho capito e bisogna fare un occhio solo perché di lato se ne vede solo uno.

Ettore guida tutto il gruppo…Chi ha un dubbio chiede a lui.

Riflessioni: 

Nel trarre le dovute conclusioni su questo percorso ci è sembrato opportuno sottolineare che la motivazione di questo progetto è nato proprio dall’osservazione delle insegnanti in momenti di gioco libero, dove i ruoli dei bambini erano creati da loro stessi, secondo criteri a volte a noi sconosciuti e trasportati da emozioni profonde che nascondevano un mondo di incertezze, timori e pudori.

Riteniamo che il gioco sia una tappa evolutiva necessaria, orientata ad esplorare l’ambiente circostante, a cimentarsi con la novità e la complessità, a mettere alla prova emozioni e sentimenti ad anticipare l’impegno futuro di affrontare la realtà con sicurezza e padronanza, ad adempiere compiti ben definiti, finalizzati e socialmente condivisi.

Grazie all’osservazione, le insegnanti sono state pronte a cogliere quei linguaggi verbali e non, che erano sintomo di grande fermento e  forte motivazione nel gruppo.  Poi, solo quando  i bambini hanno capito che chi li ascoltava condivideva con loro la complessità e l’importanza di ciò che “sentivano dentro”,  sono stati disposti a condividere con noi quelle emozioni così nuove per loro.

Cogliere la centralità del bambino nel processo di formazione della sua competenza comunicativa, significa rispettarne il ruolo di iniziatore di processi e accettare una conduzione  da insegnanti solo “come  allestitori di contesti “.