IL TRAMONTO
E’ bello guardare il tramonto.
Ha molti colori: rosso, giallo, arancione, viola, rosa.
Il tramonto mette gioia e fa nascere un sorriso in tutta la gente
che lo guarda.
Sembra un fuoco dove dentro c’è un altro fuoco.
E’ bellissimo il tramonto. (Niccolò) |
 |
 |
IL
BOSCHETTO INNEVATO
C’era una volta un boschetto innevato. Al centro del boschetto c’era
un albero coperto di neve e per questo motivo tutti gli altri alberi
del bosco lo chiamavano “L’albero Bianco”.
Gli altri alberi lo prendevano in giro, perché non aveva foglie. In
realtà erano gelosi di lui, perché aveva la neve e loro no.
Una mattina, mentre gli altri alberi dormivano, il povero albero
provò a togliersi la neve dai rami e a mettersi un po’ di foglie e
ci riuscì. Però il povero albero diventò depresso, perché non gli
piaceva quell’aspetto e allora capì che anche se gli altri alberi lo
prendevano in giro per com’era, a lui piaceva stare nel suo vero
aspetto e non come tutti gli altri alberi del bosco.
(Mattia)
|
OSSERVANDO DAL MIO ALBERO
Una mattina di autunno mi svegliai alle cinque e vidi in lontananza
sorgere il sole. A quei tempi, vivevo in collina e mi arrampicavo
spesso su un albero.
Da lì, quel mattino, osservai il sorgere del sole: era rosso fuoco;
le nuvole, con la sfumatura di luce, erano arancioni; il cielo era
bianco perché la nebbia lo copriva.
In lontananza si intravedevano le colline.
L’albero, su cui era seduta, era spoglio, i rami erano sottili e
pendenti.
Come era bello osservare il mondo dal mio albero. (Erica e
Francesca)
|
 |
 |
UNA PASSEGGIATA IN CAMPAGNA
Un giorno d’inverno, mio zio di nome Daniele passeggiava per una
strada di campagna.
A lui piaceva molto ammirare il paesaggio davanti a casa sua.
La sera mi raccontò come era stata bella la sua passeggiata: c’erano
un campo pieno di olivi, tanti orti che sembravano un grande
pavimento verde, delle case sparse qua e là.
La nebbia sembrava panna, le nuvole erano soffici cuscini azzurri.
La collina assomigliava a una montagna bassa a chiazze bianche.
(Gaia, Luigi, Elia) |
LA FATA DELLA
RADURA INCANTATA
In Inghilterra ci sono tanti boschi e sono molto belli soprattutto
d’autunno.
In un bosco, chiamato “Bosco Incantato” perché vi succedono dei
miracoli, vicino al palazzo della regina, c’è una radura bellissima
in cui vive una fata di nome Smeralda: è bellissima, dolce e carina.
E’ la fatina dei denti; ha capelli lisci e biondi, occhi
azzurrissimi, porta un vestito bianco e una bacchetta magica.
Una mattina Smeralda si svegliò infreddolita e si accorse che era
autunno e tirava tanto vento. Dall’altra parte del bosco vivevano
due gemelle, Martina e Arianna, che erano contadine di dieci anni.
Quella mattina la loro madre le mandò nel bosco a cercare i funghi;
le bambine si allontanarono e raccogliendo funghi, via via non si
accorsero di essere nel cuore del bosco senza sapere la strada del
ritorno.
A un certo punto il cielo diventò buio e le ragazze si misero a
correre finché non caddero in un buco che portava da qualche parte.
Allora le ragazze camminarono in “ginocchioni” in quello strano
tunnel. Martina e Arianna spuntarono fuori nella radura dove
trovarono la fata Smeralda che disse:
- Io sono Smeralda, conosciuta anche come fatina dei denti.
Le contadine la salutarono e le dissero i loro nomi.
La radura era bella, aveva erba soffice come un tappeto circondata
da una parte da vigne verdi e gialle tutte in fila, mentre
dall’altra parte c’erano degli alberi con foglie rossicce e un po’
marroni.
Smeralda gli diede due coperte e due cioccolate calde con biscotti.
La mattina dopo con la bacchetta magica fece apparire una strada di
mattoni gialli, così le bambine tornarono a casa sane e salve.
Da quel giorno, ogni volta che a Martina o a Arianna cadeva un
dente, Smeralda si fermava a parlare con loro. (Megan) |
 |
 |
GITA IN
FAMIGLIA
Mercoledì scorso io e la mia famiglia siamo andati in Spagna per
andare a visitare i nonni.
La mattina prima di partire abbiamo fatto le valigie. Mia madre era
contentissima di andare a trovare i nonni; mio padre diceva che
avremmo perso l’aereo se non davamo una mossa, e allora per non
farlo stare in agitazione, siamo scattate da un armadio all’altro
perché ormai stava diventando noioso.
Quando finalmente siamo uscite, mio padre era già in macchina e con
il motore acceso.
Arrivati all’aereoporto siamo scesi dalla macchina a gran velocità,
perché eravamo in ritardo di quindici minuti e di certo l’aereo non
aspettava noi; sentivamo rimbombare dall’altoparlante i nostri nomi.
Finalmente siamo saliti e abbiamo passato due ore infernali per la
paura, mentre mia madre ci diceva:
- Dobbiamo passare due ore su questo aereo e dobbiamo metterci
l’anima in pace, capito?
Quando siamo atterrati, non vedevo l’ora di sciogliermi un po’ le
gambe perché mi si erano addormentate. Successivamente abbiamo preso
le valigie e ci siamo messi in cammino per andare dai nonni.
La mamma diceva:
- I nonni abitano in mezzo al bosco, oltre la vigne, che in questa
stagione sono veramente belle.
Arrivati vicino al bosco, abbiamo notato che i vigneti erano
altissimi e le foglie erano di color verde spento e giallo scuro:
era uno spettacolo fantastico, per non parlare degli abeti della
radura che avevano in cima foglie rosso fuoco, che sembrava il
colore dei pennarelli che uso a scuola, e in basso vicino al tronco
erano verde scuro.
Durante il cammino abbiamo incontrato i nonni che avevano preparato
già la cioccolata calda.
Presto siamo andati a letto, era tardi ed eravamo molto stanchi, ma
felici per aver rivisto i nonni. (Caterina) |
MALAGA
C’era una volta un bambino di nome Adriano che viveva a Malaga.
Abitava vicino al mare, la sua casa era bianca, rossa e grande,
vicino alla casa c’era un boschetto con tanti alberi verdi. Il mare
spesso era agitato.
Un giorno Adriano decise di andare nel bosco, passò dalla cantina a
all’improvviso urlò perché aveva scoperto un passaggio segreto,
allora tornò in casa a dirlo alla sua mamma.
Quando era notte fonda, Adriano si alzò per dare un’occhiata al
passaggio segreto che aveva scoperto.
Per andare prese delle cose: la torcia elettrica, un costume nero,
una spada di plastica, delle scarpe con il laser, una bomba, la
mappa della cantina.
Durante il suo viaggio nella cantina, incontrò un “sanguisughe” e lo
fece fuori con la spada di plastica.
Dopo un po’ incontrò un ciclope e lo fece fuori con le sue scarpe
laser.
Intanto la fine del viaggio era quasi arrivata.
Alla fine trovò un buco da cui uscire e si ritrovò su un’isola
vicino al mare. Trovò sulla spiaggia una X grandissima e rossa e
vicino a dei cespugli trovò una pala per scavare.
Dopo aver scavato trovò un forziere, lo aprì e tirò fuori gioielli
preziosi e miliardi di soldi. Li portò in casa in un posto sicuro in
cui nessuno poteva trovarli.
E così diventarono ricchi. (Simone)
|
 |
 |
IN GITA A TORINO
C’era una volta una bambina che si chiamava Lucia. Un giorno Lucia
si alzò da letto molto eccitata: quel giorno con la sua classe
andava in gita a Torino.
Arrivata a scuola vide che fuori dalla porta c’erano già tutti i
suoi amici. Dopo un po’ arrivò l’autobus, salirono tutti, Lucia si
sedette accanto alla sua amica Ilaria; Lucia e Ilaria parlarono per
tutto il viaggio.
Quando arrivarono si fermarono su una scalinata a mangiare e poi
cominciarono a camminare per le vie di Torino. La maestra avvertì i
bambini:
- La nostra prima tappa sarà il museo archeologico. Poi, poiché non
abbiamo affittato nessun albergo, dormiremo su un prato.
Quando entrarono nel museo videro vicino alla porta una guida che li
avrebbe portati a visitare il museo. Lucia a ogni statua si fermava
e scattava una foto: - Click!
Il museo è molto interessante.
Finita la visita, la maestra fa sedere i bambini su una gradinata e
chiede a tutti quale monumento è piaciuto di più.
Lucia ha gridato, quando era il suo turno:
- A me è piaciuta la statua che rappresentava un archeologo che
teneva in mano un pezzo di vaso!
Arrivò la sera, i bambini insieme alla maestra si diressero in un
prato con i loro sacchi a pelo.
Dopo aver mangiato accesero un fuoco e si misero in cerchio a
cantare. Poi si misero a osservare il paesaggio: il sole stava
tramontando, il cielo era arancione, alcune nuvole erano sfumate di
giallo, sotto si vedevano le colline e un po’ di alberi.
Lucia e Ilaria stesero i loro sacchi a pelo accanto e dopo un po’ si
addormentarono.
La sera dopo Lucia pensava nel suo letto:
-E’ stata la gita più bella che abbia mai fatto! (Arianna) |
IL BOSCO INCANTATO
C’erano una volta la fata dell’estate e quella dell’inverno.
La fata dell’inverno si chiamava Nevina e portava un cappello con
dei brillantini. Era alta e magra, con i capelli biondi che le
scendevano fino alla schiena e per fare le magie aveva una bacchetta
bianca a forma di stella.
La fata dell’estate si chiamava Aurora, indossava un vestito verde e
un cappello arancione con dei fiori rossi; aveva i capelli castani e
corti e per fare le magie aveva una bacchetta gialla a forma di
sole.
In quel periodo era estate, gli alberi erano colmi di frutti, il
prato era verde e fiorito, il cielo era sereno. Gli animali
giocavano e si divertivano con Aurora, mentre Nevina era in letargo.
Alla fine Nevina si svegliò per il gran rumore. Sparse la neve con
la sua bacchetta: il bosco diventò bianco, gli alberi sembravano
d’argento e il cielo era pallido.
Alcuni animali andarono in letargo insieme ad Aurora.
Così toccò a Nevina divertirsi con gli animali rimasti. (Martina e
Victoria) |
 |
 |
UNA
NUMEROSA CUCCIOLATA
Un sabato mattina due bambini decisero di andare in montagna con
i loro genitori. Le loro famiglie erano ricche e per andare sul
monte, a loro riservato, usarono la loro limousine.
Appena arrivarono alla scorciatoia che prendevano sempre per andare
in montagna, videro che questa era sparita e al suo posto c’era una
foresta verde con tanti pioppi e altri alberi pieni di fiori rossi.
Dopo ancora arrivarono in un piccolo paesino avvolto da una nebbia
bianca e fitta.
Il paesino si chiamava Amicilandia.
Le famiglie furono accolte bene, ma dopo un po’ le mamme ricordarono
ai bambini e ai papà che dovevano andare in montagna. Allora corsero
verso la macchina e ripartirono.
Dopo un po’ di tempo raggiunsero la meta. Sul monte faceva molto
freddo.
Tirava un forte vento… all’improvviso arrivò un uccellino che rivelò
che la loro cagna stava per partorire cuccioli di Labrador.
Allora le due famiglie tornarono a casa e appena arrivarono alla
villa trovarono tutti e trenta i cuccioli a prendere il latte della
mamma.
I bambini erano così felici che cominciarono a saltare e si
dimenticarono della gita in montagna
(Sara e David) |
IL PAESAGGIO
Luca e Paolo vanno a fare una gita in Inghilterra, Paolo vuole
descrivere il luogo in cui andranno, Luca invece vuole fotografare
gli animali che vede attraverso il loro cammino.
I due ragazzi arrivano in Inghilterra e prendono un taxi poi
partono.
Alle due del pomeriggio, Luca propone di fermarsi davanti ad un
parco nazionale e proseguire a piedi, Paolo ci riflette un pochino e
dice di sì.
Allora si incamminano verso il luogo in cui vogliono andare. Dopo
due ore di cammino Luca vede un’ aquila che vola sopra di lui, poi
prende la macchina fotografica e scatta una foto.
Paolo vede il luogo che dovevano visitare: era bellissimo, enorme,
c’era tanta vegetazione, molti animali e alberi.
Paolo e Luca si costruiscono una tenda per uno e rimangono lì
contenti e soddisfatti. (Ivan) |
 |
 |
VACANZA A PARIGI
Una famiglia di Torino un giorno decide di trasferirsi, così, avendo
una figlia, dovranno annunciarle la notizia.
Camilla torna da scuola e i genitori le comunicano la loro
decisione.
Camilla è triste: non vuole trasferirsi da Torino, e ai genitori
viene un’idea: niente trasferimento, ma una vacanza! La figlia grida
felice di sì e corre a fare le valigie. La mamma dice che andranno a
Parigi e che partiranno l’indomani.
E’ notte e Camilla sogna i suoi giorni felici a Parigi.
Arriva l’alba e Camilla viene svegliata dalla voce del papà:
sussurra che devono partire per Parigi.
La figlia si veste e felice prende il suo zainetto con macchina
fotografica, cibo e libri.
Il treno li aspetta: è l’ora di partire.
Inizia il viaggio!
Il viaggio dura tante ore e tutti si addormentano.
Sono arrivati ma è quasi notte e vedono un prato.
Il sole tramonta, è uno spettacolo bellissimo.
Camilla pensa che starà bene a Parigi. (Alice) |
|
indietro |
|