LE STORIE SULLE SUPERSTIZIONI

classe 4^
Troghi

Dopo aver incontrato la scrittrice Domenica Luciani e letto in classe il suo libro "Sette volte gatto", abbiamo parlato del gatto nero e di altre credenze e superstizioni nate moltissimo tempo fa ma ancora presenti.
Abbiamo fatto delle domande alle nostre famiglie ma tutti hanno detto che "non credono nelle superstizioni"... sarà vero?Anche se dicevano di non crederci, tutti ne conoscevano alcune e così con queste abbiamo deciso di creare delle storie, a gruppi di due, ambientandole in un castello e mettendoci tutte le superstizioni che conoscevamo.
A noi è piaciuto molto scriverle, speriamo che piacciano anche a voi!
Ecco alcune delle nostre storie:

Il castello dei guai e delle superstizioni

Credere o non credere?


 

 

 

La guerra tra parenti

Il re superstizioso

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disegno Marco e libro magico

Il castello dei guai e delle superstizioni

In un castello del I secolo un mago con la sua magia rinchiuse tutte le superstizioni e i guai.
Un giorno venne un signore di nome Marco a rimettere in ordine il castello.
Il castello non fece trappole o guai del genere, ma da quel giorno il signor Marco divenne così superstizioso che tutti l’odiavano.
Il castello era tutto nero (per via delle superstizioni), ed era malmesso (per via dei guai.)
Aveva due bandiere di oro puro, non aveva neanche una ragnatela e neppure un minuscolo granellino di polvere, anche se era del I secolo.
Un giorno del 2.036, un ragazzo di nome Francesco entrò nel castello e disse:
"Come è malridotto questo castello, chissà da quanto è qua! Ma dove sono?"
Il ragazzo incontrò un libro parlante che gli disse:
"
Mi dispiace figliolo vai via, non è il posto per te, questo!"

"Ma signor libro io... io mi sono perso e poi volevo rimettere un po’ a posto il castello, volevo farlo bianco lucente, con una fontana che brilla e che butta oro e acqua pura!
"Prima devi spezzare il malefico spettro di vetro che governa questo castello!"
"Cosa!? Non ci riuscirò mai signore!"
Il libro disse:
"Chiamami Layubryus!" 
"Senti Layubryus, tu mi dovrai dare una  mano, altrimenti non ce la farò!"
Il castello aveva novanta piani. Francesco per salire al novantesimo piano impiegò ore e ore, ogni ora faceva una pausa di un quarto d'ora. Le scale erano a chiocciola con un tappeto rosso con delle frangette, delle strisce d’oro e dei corrimano in oro massiccio.
Francesco arrivò all'ultimo piano e combatté contro lo spettro Morte, che all’inizio non si vedeva perché era invisibile.
Alla fine Francesco ebbe la vittoria in pugno e astutamente riuscì a sconfiggere lo spettro malvagio.
Il castello da quel giorno fu splendente e bianco lucente e Francesco visse lì felice e contento con l'amico libro.
 

 

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Credere o non credere?

C'era una volta un gatto bianco. Questo gatto era molto pigro e si chiamava Dormomolto.
Un giorno Dormomolto andò sul suo divano a fare il suo solito sonnellino. Ad un tratto si svegliò e si trovò in un posto umido molto diverso da casa sua.
Dormomolto vide un cartello con dei segni sopra:
castello.
Il gatto disse: "Cosa ci sarà mai scritto?Mah..." e lasciò perdere.
Poco dopo il gatto trovò una grande sala dove c'erano tutte le pietanze più buone.
A tavola non c'era nessuno e quindi Dormomolto ne approfittò
per assaggiare qualcosina.

disegno gatto

Sul tavolo c'erano due strani oggetti: uno con quattro punte e l'altro con una lima affilata. Il gatto non sapeva che cosa fossero queste strane cianfrusaglie. Con la zampa ne toccò una ed essa cadde e dopo poco anche l'altra scivolò in terra e formarono una specie di croce.
Dormomolto si sentì strano, poi di nuovo normale e pensò: "Non sarà successo niente" e continuò a mangiare.
Dopo aver mangiato molto al gatto venne sete. Bevve, ma mentre beveva vide delle strane cose nere, finchè vide la sua faccia bianca diventare nera!
Dormomolto era sconvolto e svenne.
Quando si risvegliò si ritrovò nella solita stanza vuota. Dormomolto non sapeva leggere, però conosceva i numeri.
Il gatto vide un calendario e lesse
17, venerdì.
 
Dormomolto, dopo aver letto il giorno, cadde in una buca buia e stretta.
"Povero me! Un gatto bianco diventato nero: cosa ho fatto di male!?"
Dopo un'ora di disperazione, Dormomolto vide una scala e da essa scese una vecchia che stava venendo a lucidare le finestre.
Appena vide il gatto sotto la scala fece un urlo che fece crollare tutto il castello. Per sua grande fortuna Dormomolto riuscì a sgusciare fuori da una finestra e a salvarsi.
Il gatto attraversò la strada e fece una strage di incidenti: nessuno voleva attraversare la strada sennò si sarebbero rovinati. Dormomolto camminava tutto di fretta, non guardava nemmeno dove stava andando e infatti andò a sbattere contro un albero. Il gatto si svegliò sopra al suo amato divano tra le braccia della sua padroncina Anna.
Dormomolto pensò: "Chissà perché tutti avevano paura di me? Forse saranno strani detti di alcuni paesi... Voi ci credete?"
 
 

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disegno castello

La guerra tra parenti

C'era una volta un re di nome Giamburraskè che parlava sempre in rima ed era molto superstizioso.
Un giorno Giamburraské trovò una fidanzata,di nome Giamburraskà e dopo sei mesi che stavano insieme si sposarono il 17 di ottobre che veniva di venerdì.
Giamburraskè abitava in un bellissimo castello, da dove fece le valige e partì per il viaggio di nozze alle HAWAII. con la mogliettina. Mentre il re era alle Hawaii, la madre che si chiamava Giannona (era molto grassa) prese e si impossessò del castello di suo figlio che era sulla luna.
Quando Giamburraskè tornò dalle Hawaii disse a sua madre:

"Del castello non ti puoi impossessare, se no io sarò costretto la guerra fare!" e la madre rispose:
"Va bene figlioletto, io guerra con te farò anche se mi dispiace un po'!" e Giamburraskà aggiunse:
"Io insieme a lui lotterò perché per sempre l’amerò!
Giannona chiamò suo marito di nome Franconè e così lottarono duramente ma non vinse nessuno, però Giannona e suo marito non avevano più soldati e furono costretti ad abbandonare il castello. Tuttavia i due sposini non vissero una vita tranquilla, perché essendo superstiziosi  rompevano un sacco di specchi e non vissero tanto bene: questa è la storia che ascoltare conviene!
 
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Il re superstizioso

C’era una volta in un castello un re molto superstizioso che se vedeva un gatto nero doveva correre a difendersi dai nemici perché temeva che lo attaccassero.
Un venerdì diciassette, ritornò dalla guerra uno dei suoi cavalieri che appoggiò sul letto il cappello e sul tavolo le scarpe.
Quando il re lo vide fare questo, subito attaccò per tutto il castello ferri di cavallo, tolse scarpe dal tavolo, il cappello dal letto e li buttò fuori dalla finestra.
Il cavaliere stupito disse:

disegno castello
"Cosa hai fatto! Li avevo appena comprati!" Il re rispose che il suo gesto portava sfortuna e per di più era venerdì diciassette.
Il re aveva tirato le scarpe ed il cappello così lontano che finirono in testa ad un drago che arrabbiato disse:
"Lo sapevo che oggi mi sarebbe successo qualcosa: è venerdì diciassette!" Il drago e il re diventarono subito buoni amici.
Pian piano il drago e il re videro che non c’era motivo di aver paura delle superstizioni, anzi, che erano un po’ buffi e da allora si decisero a non essere più superstiziosi!
 

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