Lunedì
20 gennaio 2003 nell'aula magna della scuola elementare di Rignano,
il giornalista Luciano Masini ha
incontrato gli alunni e le insegnanti delle classi quinte
A e B e si è sottoposto volentieri a una intervista su vari
aspetti del giornalismo.
Ci ha
fatto sapere che ha 64 anni, vive a Rignano ed è sposato con due
figli ormai grandi: una femmina insegnante, il maschio laureato in
Economia e Commercio.
Attualmente è in pensione, ma continua a lavorare inviando
cronache di fatti che accadono in paese e in luoghi vicini.
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Dopo aver
conseguito la maturità entrò in una casa editrice, come addetto
all'impaginazione, ma senza percepire un salario.
Conobbe uno studente universitario che curava il giornalino della
facoltà e piano piano rimase affascinato da questo lavoro.
Ebbe la fortuna di entrare alla Nazione, il quotidiano di Firenze,
dove è rimasto come cronista, per circa 40 anni.
Durante la sua lunga carriera ha avuto modo di incontrare vari
direttori come Piazzesi, Bartoli e Spadolini.
Ha scritto migliaia di cronache, di cui alcune "bianche",
altre "nere" e ricorda ancora la notte del 4 novembre
1966 quando l’Arno allagò Firenze e i giornalisti che si
trovavano ancora in redazione si salvarono salendo ai piani
superiori.
Oggi per diventare giornalisti
bisogna essere laureati, poi sostenere alcuni esami presso
l’Università di Urbino.
È una professione ben retribuita e affascinante perché mette in
contatto con personaggi illustri, ma soprattutto si ha
l’opportunità di conoscere per primi le notizie accadute nel
mondo: in questo dà una mano l’agenzia Ansa, che tramite
telescriventi raccoglie notizie che vende alle varie testate dei
quotidiani.
È stato interessante sapere come
nasceva tanti anni fa un articolo:
l’inviato preparava il suo reportage, la sera telefonava in
redazione e, per mezzo del demafono, dettava il pezzo, che poi
veniva scritto a macchina dal linotipista.
Attualmente, con l’avvento dei pc e di Internet, il lavoro
risulta molto snellito e non c’è l’obbligo di recarsi alla
sede del giornale.
Da poco tempo il reparto stampa della Nazione si è spostato a
Capalle.
Per stampare il quotidiano viene utilizzata carta riciclata, la
rotativa riesce a stampare 120.000 copie in un'ora.
Si vendono più copie il lunedì, molti leggono solo le pagine
sportive.
Dalla
viva voce del nostro intervistato abbiamo capito come
si chiamano le varie parti che
caratterizzano la prima pagina: l’apertura o titolo, sopra alla
quale in genere sta l’occhiello e sotto il sommario, a sinistra
si trova l’articolo di fondo o editoriale, a destra l’articolo
detto spalla, in fondo il così detto taglio basso.
Alla
domanda ”Come si fa a scrivere
una cronaca?”
Il signor Masini ci ha detto di curare la descrizione, fare
similitudini, ma soprattutto verificare che ciò che si scrive sia
vero.
Importante è usare la fantasia per il titolo, che deve incuriosire e motivare la
persona a leggere tutto l’articolo per approfondire le notizie. |