CONCORSO "CHI SCRIVE, CHI LEGGE" - VIII EDIZIONE
i lavori premiati delle scuole di Massa, Troghi, Rignano

I colori della pace

Tantissimi colori che
volano nel cielo
si incontrano da soli
e si buttano nei cuori.

La pace sta arrivando
non fatela tacere
aspettatela con gioia
e abbracciatela tutti.

Non importa se litigate
la pace trionferà:
giallo, verde, blu, viola,
sono i colori della pace.

Simona A. - Francesca B.
classe quinta, scuola La Massa

Pace e guerra

Luce e buio

La guerra
è un vulcano
che esplode
e porta tanta
sofferenza agli uomini.

E' IL BUIO.

La pace
è un arcobaleno
pieno di colori
che lascia
gioia e libertà.

E' LA LUCE.

Andrea A. - Alessandro B.
classe quinta, scuola La Massa

P

ace è una cosa bellissima

A

micizia e contentezza

C

on la pace non ci sono guerre

E

 non ci sono lotte

 

 

G

uerra è una brutta cosa

U

omini morti

E'

 quando non c'è pace

R

abbia e

R

azzismo non devono esistere

A

bbasso la guerra!

Matthew L.
classe quinta, scuola La Massa

Alla ricerca della giustizia

C'erano una volta due ragazzi che si chiamavano Gianluca e Matteo, erano molto avventurosi e trovavano uno scienziato che aveva costruito una macchina del tempo. I due ragazzi vi salirono, e Matteo pigiò un bottone e si ritrovarono nell'anno 9999, la Terra era diventata un'isola inaccessibile all'uomo, e si chiamava Isola di Gorm. I Gormiti che vivevano lì erano molto combattivi. Quando arrivarono il Popolo delle tenebre e il Popolo del vulcano, essi si allearono con i popoli del bene, per combattere contro il male e salvare Gorm.
I popoli del bene volevano combattere contro i popoli del male perché sapevano che, se avessero vinto, le regole non sarebbero state rispettate e a Gorm non sarebbe tornata mai la pace.
Dopo molte battaglie, arrivarono alla battaglia finale, e il sommo luminescente, con la sua spada della luce, lo distrusse, così fece giustizia, perché lui aveva distrutto il suo villaggio.
I ragazzi, vedendo quella battaglia, avevano capito cosa volesse dire giustizia. Tornarono alla macchina del tempo e andarono nel loro vero anno.

Gianluca e Matteo, classe terza, scuola primaria di Troghi

 

 


Tanto tempo fa, in un regno, mentre piantavano ortaggi, olivi, vigneti e frutteti, un drago incenerì tutto il cibo.

Il giorno dopo il re chiamò il più forte del reame al suo servizio: Ser Breichor, e lo fece andare a uccidere il drago.

Dopo aver attraversato montagne, colline, ghiacciai con animali feroci, arrivò alla foresta di rovi ed estrasse lastrada per aprirsi la via.

Poi finalmente arrivò alla caverna del drago, ci entrò dentro e appena vide il drago velocemente estrasse la spada e lo uccise.

Poi tornò dal re che lo ricompensò con una grossa somma di denaro e tutto il paese lo applaudì.

Corinna e Andrea, classe terza, scuola primaria di Troghi

Noi facciamo la raccolta differenziata a casa nostra e a scuola, ma sentiamo sempre parlare del problema, anzi dell’emergenza, dello smaltimento dei rifiuti.
Alla televisione, sui giornali, si dice che il nostro pianeta non ce la fa più a sopportare questa continua, inarrestabile produzione di rifiuti.
Allora, quando qualcuno “non ce la fa più”, alla fine scoppia.
Ecco perché abbiamo costruito questa Terra in cartapesta e l’abbiamo “scoppiata” con tanti pezzetti di plastica che esplodono: questo pannello l’abbiamo intitolato “Big Bang alla plastica”.

classi quarta A e B, scuola primaria di Rignano

 

Il secondo lavoro, un librone pop-up, contiene all’inizio dei disegni sull’inquinamento.

Ma il nostro futuro non può essere senza speranza, infatti l’ultima pagina si apre e “salta su” un ambiente che, grazie alle energie rinnovabili, è tornato sano e pulito.

Così vivremo tutti felici e contenti.

classi quarta A e B, scuola primaria di Rignano


La giornata della memoria - Il film “La vita è bella”
La Giornata della Memoria è un giorno in cui si ricorda l’uccisione di moltissimi ebrei, per far sì che nessuno ripeta questa strage.
Queste persone sono state deportate nei campi di sterminio e poi uccise nelle camere a gas. Nella Giornata della Memoria si ricorda la Shoa, non solo per non ripetere queste azioni orrende, ma anche per far capire l’uguaglianza tra gli uomini.
In occasione della giornata della memoria noi abbiamo visto il film “La vita è bella” di Roberto Benigni.
Benigni interpreta Guido Orefice, un uomo ebreo, che va a vivere in una abitazione di proprietà dello zio, che vive al Grand Hotel. Nella città dove vive lo zio, conosce una ragazza, di nome Dora, che diventerà sua moglie.
All’inizio il film parla della vita di Guido. Egli si sposa con Dora e hanno un figlio, di nome Giosuè.
Intanto in Italia vengono promulgate le leggi razziali e poco dopo il figlio e il padre vengono deportati, con lo zio.
La madre lo viene a sapere e vuole partire anche lei per i campi di concentramento. Benigni non vuol far vivere questo dramma al figlio, allora si inventa che loro sono andati lì per giocare e devono guadagnare mille punti, il premio è un carro armato. Così riesce a far vivere al figlio la deportazione nei campi in modo meno drammatico.
Quando arrivano gli americani Guido è morto, perché mentre cercava la moglie i nazisti lo trovano. Fortunatamente la madre non muore e ritrova il figlio. Il film è ambientato principalmente nel campo di concentramento, ma anche nella loro casa e nel Grand Hotel. La famiglia viene deportata durante la seconda guerra mondiale, quando Hitler fece perseguitare gli ebrei.
Il film mi ha colpito molto, in particolare alcune scene.
Una è quella dove Benigni si perde nella nebbia e vede il mucchio di morti. Mi sono sentita un peso dentro, come se mi fossi trovata io al posto di Benigni e li avessi dovuti bruciare.
Ho pianto quando è morto il padre di Giosuè e quando il figlio e la madre si sono ritrovati. Mi ha colpito molto come ha fatto Guido a far vivere in modo scherzoso questo periodo nel campo al figlio, non tutti ci sarebbero riusciti.
Ho provato molta tristezza, vedendo le scene nel campo, pensando a come vivevano i deportati, la loro angoscia al pensiero dei propri cari.
La deportazione degli ebrei e anche di altre persone come i portatori di handicap e i gay è stata una cosa crudele che secondo me non poteva che venire in mente ad un pazzo.
Il Giorno della Memoria non dovrebbe essere solo il 27 Gennaio ma anche tutti gli altri giorni dell’anno, in modo da ricordarselo per sempre, mentre molto spesso non è così.
Mi domando se questo momento drammatico della storia abbia insegnato a tutti gli uomini il rispetto reciproco, la tolleranza e l’uguaglianza perché in molte parti del mondo ci sono guerre, popoli che soffrono, bambini sfruttati ed episodi di bullismo.
Camilla T. - classe quinta A scuola primaria di Rignano

La giornata della memoria - Il film “La vita è bella”
Il 27 Gennaio si svolge la giornata della memoria ed è per ricordare la Shoa, l’olocausto, lo sterminio degli ebrei, lo sterminio della famiglia Einstein e in particolare l’abbattimento del cancello del campo di concentramento di Auschwitz, nel 1945, da parte degli alleati inglesi ed americani.
Il film “La vita è bella” si svolge in Italia, ma per la maggior parte nel campo di concentramento di Auschwitz. Si svolge durante la seconda guerra mondiale quando erano tate emanate le leggi razziali e si cominciò a deportare gli ebrei.
I personaggi sono: Guido, il suo amico Ferruccio, sua moglie Dora, suo zio e suo figlio Giosuè.
Quando Guido conosce Dora la chiama “Principessa”, dopo alcuni giorni e una successione di guai Dora e Guido si sposano e dopo alcuni anni fanno un figlio, Giosuè. Guido cerca di aprire una libreria e di farsi fare i permessi ma non ci riesce, perché è ebreo. Poi ci riuscì in modo un po’ estremo, ma quando scattarono le leggi razziali contro gli ebrei questi furono tutti deportati nei campi di concentramento. Guido muore qui e anche suo zio, invece Dora e Giosuè sopravvivono.
Di questo film mi ha colpito molto la prima parte perché faceva ridere: infatti Guido ne combina di tutti i colori. La seconda parte mi ha colpito invece perché Guido viene ucciso: è come se mi avessero trafitto il cuore , mi sono sentito morto per quello che è successo, che per me è troppo tragico.
Anche alcune poesie e canzoni parlano dello sterminio degli ebrei, come “Auschwitz” di Francesco Guccini.
Secondo me la giornata della memoria esiste perché ricorda un fatto troppo grave e triste per dimenticarlo ed è necessario, affinché questi avvenimenti non accadano più, che le generazioni future conoscano con precisione quanto è accaduto sullo sterminio degli ebrei.
La Shoa deve essere un monito, un insegnamento sul fatto che tutti gli uomini sono uguali.
Nessun individuo al mondo può arrogarsi il diritto di decidere sulla vita e sulla morte di un altro essere umano. E’ per questo motivo che sono contrario alla pena di morte.
Per me tutte le guerre sono sbagliate ed inaccettabili. Combattere ed uccidere per odio razziale e religioso non è in alcun modo giustificabile; nessun dio lo vorrebbe.

Davide F. - classe quinta A scuola primaria di Rignano
 

La giornata della memoria
L’incontro con Lorenza Mazzetti
La giornata della memoria è un giorno nel quale si ricordano i sei milioni di ebrei uccisi dal nazismo. Il 27 gennaio del 45 è il giorno che vengono abbattuti i cancelli Auschwitz e vengono liberati tutti i prigionieri dei campi di sterminio. Questa festa è solo da alcuni anni che viene celebrata in Italia, affinché non si ripeta una tragedia uguale.
Lorenza Mazzetti è una delle nipoti di Robert Einstein, sopravvissuta alla tragedia del Focardo, sulle colline fiorentine.
Sua zia e le sue cugine sono state trucidate da un gruppo di SS perché suo zio era ebreo.
Invece suo zio era scappato, ma si uccise da solo. Lorenza Mazzetti e sua sorella Paola Mazzetti erano nella Villa perché i loro genitori erano morti; loro non portavano il cognome Einstein ma Mazzetti e quindi furono risparmiate dalle SS.
Giovedì 25 gennaio è venuta appunto Lorenza Mazzetti, autrice del libro “Il cielo cade”, che parla della vita di ogni giorno nella villa del Focardo, raccontata con le sue impressioni di bambina e il suo modo di capire le cose.
Quando è entrata sembrava intimorita, ma dopo un po’si era già sciolta.

Lei ci ha detto che non le faceva piacere parlare di quanto ha visto (ovvero la villa in fiamme), quindi ci ha chiesto di farle solo delle domande.
Dopo un po’ ci ha domandato:
“Lo sapete perché io amavo molto il duce Mussolini?”
E noi in coro abbiamo risposto di no.
Quindi lei ci ha spiegato e ci ha detto:
“Io amavo il duce perché a quell’epoca noi lo stimavamo molto e vedevamo il suo ritratto a tutti i muri delle strade”.
Noi abbiamo chiesto come si sentiva ad essere una delle testimoni. Lei ci ha detto che i primi tempi non riusciva neanche a dormire e così è andata da uno psicologo le ha consigliato di raccontarlo per scritto e così, da paure, impressioni e tristezza, è venuto fuori “Il cielo cade”.
Noi le abbiamo chiesto:
“Lei ci andrebbe al cimitero della Badiuzza a vedere le tombe di suo zio e sua zia e le sue cugine?”
Lei ci ha risposto;
“Sì ci andrei, ma dopo mi farebbe troppo effetto”.
L’abbiamo salutata e le abbiamo fatto i complimenti per il libro.
Mi ha colpito molto come può dalla paura uscire un libro molto appassionante e poi mi ha colpito il suo modo di fare, perché è davvero difficile fare quello che fa lei, e soprattutto a una certa età.
Io mi sono sentita una nuova testimone della giornata della memoria e per me è una cosa bellissima.
Secondo me la seconda guerra mondiale è un fatto così brutto che non posso neanche pensarci. Se io fossi vissuta a quell’epoca la notte avrei avuto paura perché potevano sequestrarmi e uccidermi e poi senza la mia famiglia mi sarei sentita abbandonata.
Io non so come possono esserci state persone crudeli come Hitler.
Martina P. – classe quinta B scuola primaria di Rignano
 


La giornata della memoria - Il film “La vita è bella”
La giornata della memoria è un giorno in cui si ricorda quando gli ebrei furono portati nei campi di concentramento, dove venivano uccisi. Tutto questo accadde a causa di Hitler che aveva fatto le leggi razziali. Il giorno della memoria è il 27 Gennaio, perché si ricorda quando sono stati abbattuti i cancelli di Auschwitz.
Il film “La vita è bella” è ambientato nella seconda guerra mondiale. I personaggi sono: Guido (Roberto Benigni), Dora (Nicoletta Braschi), Giosuè, il figlio, l’amico Ferruccio. Guido sposa Dora e fanno un figlio, Giosuè. I fascisti cominciano a dare noia allo zio di Guido; gli avevano dipinto il cavallo di verde con scritto “Achtung! Cavallo ebreo!”.
Un giorno Dora torna a casa e la trova tutta disordinata, tutta sottosopra. Poi capisce che il marito e il figlio sono stati presi dai tedeschi perché sono ebrei, quindi sale anche lei sopra il treno che porta ai campi di concentramento.
Guido fa credere a Giosuè che è tutto un gioco, visto che è il suo compleanno gli dice che si tratta del suo regalo. Appena arrivati nei campi di concentramento li dividono in gruppi: i vecchi, le donne e i maschi. Quando entrano il figlio chiede della mamma; arriva un tedesco che cerca qualcuno che traduca le regole.
Si propone Guido, ma in realtà non sa niente di tedesco. Per far sembrare tutto un gioco inventa regole da bambini, per esempio: “questo è un gioco a punti e chi alla fine ha totalizzato 1000 punti vince un carro armato vero”. Giorno dopo giorno il figlio si stanca di stare lì e vuole la mamma. Guido comincia a dire all’amico Bartolomeo che il carro armato, tutto con motori nuovi, forse lo prendeva lui. Allora il figlio cambia idea e rimane.
Un giorno Guido incontra un medico tedesco che aveva conosciuto quando lavorava al “Grand Hotel” che gli chiede di parlare con lui. Guido crede che lo voglia aiutare a scappare e invece vuole solo che lo aiuti a risolvere un indovinello. Poi Guido dice al figlio di non parlare, visto che gli hanno chiesto di fare il cameriere per gli ufficiali tedeschi. Infatti tutti i bambini erano tedeschi e quindi se parlava capivano che era italiano; tutti gli altri bambini italiani erano stati uccisi. Ma a Giosuè scappa detto “Grazie” in italiano e così, per non farlo scoprire, Guido insegna a dire grazie anche ai tedeschi.
Dopo un po’ di giorni i tedeschi cominciano a portare nelle camere a gas i bambini, le donne, i maschi e i vecchi. Guido nasconde Giosuè in un armadietto e gli dice di uscire quando c’è silenzio e non c’è più nessuno. Il figlio capisce e lo ripete. Il padre chiede a Giosuè la coperta e il maglioncino per travestirsi da donna e andare a salvare la moglie. Però viene scoperto e viene ucciso a fucilate.
Il figlio esce dall’armadietto e viene portato fuori dai campi di concentramento da un americano. L’americano quando lo vede gli dice:” Ehi boy!” e poi dice: “ C’ mon!” ma Giosuè non capisce e così sale sul carro armato e, pensando di aver vinto, grida: “E’ vero!”
Dopo aver fatto un po’ di strada, pensando di aver davvero finito il gioco, vede la mamma e l’abbraccia!
La parte che mi ha colpito di più è stata quando Guido credeva di essere aiutato dal suo amico a scappare e invece l’altro gli ha fatto un indovinello. Mi sono sentita un po’ impaurita all’inizio e alla fine un po’ commossa.
Se io fossi stata come una di quelle persone maltrattate e uccise mi sarei sentita come un granello di sabbia e come se tutti fossero contro di me. Anche a vedere le persone che venivano uccise mi avrebbe fatto pena, soprattutto vederle morire insieme ai figli, mariti… Non avrei saputo cosa fare tutta sola, se tutte le mie persone più care fossero state uccise senza motivo. Sapere che venivano uccisi anche i bambini mi fa stare ancora più male.
Per me le persone che si sono salvate sono molto fortunate, perché salvarsi dai campi di concentramento era davvero difficile; però, anche chi si salvava, magari aveva perso la sua famiglia e non era felice.
Comunque, per finire, un uomo non ha mai il diritto di uccidere un altro uomo.
Alessia B. – classe quinta B scuola primaria di Rignano
 


La giornata della memoria - L’incontro con Lorenza Mazzetti


La giornata della memoria si celebra per ricordare gli Ebrei deportati nei campi di concentramento di Auschwitz .
Lorenza Mazzetti è la nipote di Robert Einstein, noi ragazzi l’abbiamo ospitata a scuola, la signora Mazzetti è l’ autrice del libro “Il cielo cade”.
Quando è arrivata c’erano delle seggiole, ma lei non si è seduta, forse perché voleva che la vedessimo tutti oppure perché voleva cedere il posto al sindaco.
Ci ha chiesto se avevamo letto il suo libro.
Ci ha raccontato di lei e di sua sorella Paola, in particolare dell’ episodio nel quale, per colpa del fascismo, vedevano bruciare la loro casa.
Dopo ci ha chiesto di farle delle domande e noi le abbiamo fatto le domande insieme ai ragazzi della quinta di Troghi.
Tra queste c’era una che l’ha colpita molto: Sei fiera di aver vissuto questa esperienza?
Lei con un tono di rimprovero ci ha detto, o meglio, ci ha chiesto di che cosa lei doveva essere fiera, perché quell’esperienza era così brutta, così atroce che lei non sapeva nemmeno di che cosa doveva essere fiera.
Lorenza e Paola adoravano Mussolini, lo credevano un condottiero, un guerriero che dominava su tutti, insomma lo stimavano molto.
Dopo ci siamo salutati ed è andata via.
A me ha colpito molto il fatto che Lorenza Mazzetti non si sia seduta, perché di solito gli anziani, essendo stanchi, dopo un viaggio, si riposano, ma lei non si è voluta sedere.
Io mi sono sentita molto a disagio quando ci ha rimproverato per la prima domanda.
Io ho notato che a Lorenza Mazzetti quasi venivano le lacrime agli occhi quando raccontava questa storia toccante.
Ci ha anche detto che non era proprio per nulla facile raccontare, infatti si vedeva che quasi tremava, si vedeva che non ce la faceva a raccontare e a ogni parola si fermava come se volesse riprendere fiato.
Quando parlava di suo zio Robert, ha chiesto al sindaco di ripetere le cose che diceva perché da quanto era emozionata non riuscivamo a sentire.

Sara D. – classe quinta B scuola primaria di Rignano
 

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