WATANTANKA: SPIRITUALITA' DEI NATIVI NORDAMERICANI

classi quinte
di Rignano

Venerdì 26 maggio sono venute a scuola alcune delle nostre mamme per fare insieme a noi un'attività sui "pellerossa", civiltà che ci affascina molto e che in parte avevamo già conosciuto studiandola a storia. Siamo andati in aula magna e prima di iniziare ci siamo agghindati con copricapo fatti di piume (in realtà erano fatti di cartoncino e carte colorate) e truccati come dei veri e propri indiani d'America, poi in cerchio, abbiamo ascoltato le spiegazioni sulla loro religione, sulle loro credenze e sulle loro tradizioni.

foto della mappa delle migrazioni

Le mamme ci hanno spiegato le ragioni della somiglianza somatica tra queste popolazioni e quelle asiatiche: durante l'ultima glaciazione, infatti, alcuni gruppi, attraverso lo stretto di Bering, dal nord dell'Asia raggiunsero il nord America e poi calarono a sud, diffondendosi anche nell'America meridionale. Ecco perchè Esquimesi, Pellerossa, Indios, Maya e Incas assomigliano tanto, nel colore della pelle, dei capelli, nella forma del viso e degli occhi, ai popoli asiatici.

Pur essendo nomadi, vivendo prevalentemente di caccia e quindi apparentemente primitivi,  i Pellerossa avevano una elevata spiritualità.
Loro credevano che l'uomo fosse nato dal deserto, dalle paludi, dalle rocce e che fosse fatto di corpo e spirito e che successivamente alcuni uomini si fossero evoluti e fossero diventati animali.
Il corvo e il coyote insegnarono ai "rimasti uomini" l'uso del fuoco, della parola, della caccia e dell'agricoltura.
Ecco perchè i Pellerossa si sentono parte della natura e non al di sopra di essa. Da animisti credevano che anche le cose avessero un'anima e che gli spiriti partecipassero alla vita degli uomini, manifestandosi nell'ambiente.

foto bambini in ascolto delle spegazioni
foto bambini che ascoltano

Lo sciamano era per i Pellerossa il mediatore tra gli uomini e gli spiriti. Attraverso la trance, che raggiungeva col digiuno, la danza, il ritmo ossessivo dei tamburi, lo sciamano compiva i suoi "viaggi" per combattere malattie, siccità o per favorire la caccia.

I Pellerossa si ritenevano soltanto una parte dell'universo che rappresentavano come un cerchio. Il cerchio è il simbolo per eccellenza, perchè secondo loro in natura non esistono gli spigoli, come non hanno angoli il sole e la luna.
Il cerchio sacro è diviso da quattro segmenti (il quattro è per i Pellerossa un numero sacro) che partono dal centro, in corrispondenza dei quattro punti cardinali da cui provengono i quattro venti. Sulle quattro parti abitano idealmente le tribù, gli animali e tutte le altre cose del creato.
Al centro del cerchio sta WATANTANKA (Manitù), il grande spirito, il sacro bisonte che rappresenta il principio di unità del cosmo.

foto del cerchio magico
foto della rappresentazione di un totem

I Pellerossa usavano costruire i TOTEM.
La parola "totem" significa parentela, famiglia.
Le funzioni di queste torri di legno intarsiate e colorate erano quelle di rappresentare la storia della tribù, raccontandone per simboli l'origine.
Gli animali rappresentati raffiguravano gli antenati del clan che sono diventati gli spiriti protettori.
I singoli individui potevano avere anche un totem personale che era dato alla nascita, ma che poteva anche cambiare in seguito ad esperienze, sogni o visioni.
A questo si aggiungeva l'influsso di uno dei quattro animali associati ad uno dei quattro venti:
il vento dell'est portava il rinnovamento, corrispondeva all'aquila e comprendeva i nati tra  il 21 marzo e il 21 giugno, il vento del sud era associato alla crescita, corrispondeva al topo e comprendeva i nati tra il 21 giugno e il 21 settembre,

il vento dell'ovest era legato all'ignoto, era rappresentato dal grizzly e comprendeva i nati fra il 21 settembre ed il 21 dicembre, infine, il vento del nord era associato alla saggezza e corrispondeva al bisonte; si riferiva ai nati tra il 21 dicembre ed il 21 marzo.

AL LAVORO
Come dei veri e propri "pellerossa", a piccoli gruppi e muniti di scatole, di forbici, di carte colorate e di colori, abbiamo cominciato anche noi a costruire il nostro totem. Abbiano scelto l'animale che più ci rappresentava e su ogni scatola lo abbiamo riprodotto in forma stilizzata.
foto di bambini che costruiscono il totem foto di bambini che costruiscono il totem foto di bambini che costruiscono il totem
Con cura abbiamo fatto le rifiniture e poi abbiamo montato le torri mettendo le scatole le une sulle altre.
foto di bambini che costruiscono il totem foto di bambini che costruiscono il totem foto di bambini che costruiscono il totem

Ed ecco i nostri TOTEM

foto di un totem foto di un totem

Una curiosità del mondo dei Pellerossa riguarda il modo in cui le varie tribù comunicavano tra loro. Nonostante l'origine comune infatti, i Pellerossa svilupparono tanti linguaggi diversi. Le differenze linguistiche, anche tra tribù confinanti, potevano essere enormi. Per superare questa difficoltà, i Pellerossa crearono un sistema di comunicazione  basato su una serie di gesti comuni, così la comprensione tra membri di tribù diverse fu sempre sicura ed efficace.

foto di un gesto foto di un gesto foto di un gesto
Ascoltare Sioux Cavallo
foto di un gesto foto di un gesto foto di un gesto

Tu

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Bisonte

   

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