Nel mese di maggio
sono venute a scuola per due volte, la prima in quarta B e la
seconda in quarte A, le mamme "Topi di biblioteca"; a dire la verità
c'era anche un babbo.
Ci hanno fatto ascoltare un CD: una musica strana, o meglio, erano
dei canti che non avevamo mai ascoltato e che a noi non piacevano;
ci hanno detto che erano Canti Gregoriani.
Abbiamo avuto la sensazione di trovarci nel cuore di una abbazia
medievale e, quando abbiamo visto entrare in classe il babbo Daniele
vestito da frate con un librone sotto al braccio, la nostra classe,
come per magia, si è trasformata in uno scriptorium. |
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Fra Daniele da San Leolino della
congregazione dei Francescani, questo il nome del fraticello, ci ha raccontato la sua storia.
Ha aperto il suo libro, e ci ha letto, in un
italiano antico che facevamo molta fatica a comprendere, un brano
che s'intitola Laudates Creaturarum.
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Il linguaggio dei quel brano era simile a quello della lettera che
il "cavaliere misterioso" ci inviò per invitarci al castello di Pontremoli
ed era lo stesso, come abbiamo avuto modo di constatare, dei
personaggi che abitavano quel castello.
C'erano molte parole che non comprendevamo, altre erano simili a
quelle che usiamo noi adesso. Le mamme ci hanno detto che era
scritto in italiano antico, molto vicino al latino.
Adesso non c'erano più dubbi: ci trovavamo di nuovo in pieno
medioevo. |
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Tra le
tante attività dei monaci, come Daniele ci ha ricordato, c'era
quella di copiare, nella biblioteca dell'abbazia, gli antichi libri
facendo uso di miniature.
Le mamme ci hanno spiegato che la miniatura serviva a far meglio
comprendere il testo. I testi latini erano scritti infatti usando
solo le maiuscole, a quei tempi non si usavano né la punteggiatura né le spaziature.
La miniatura indicava sempre l'inizio di un nuovo capoverso. |
Le mamme ci hanno illustrato i vari tipi di miniature che gli
amanuensi usavano e come queste si siano evolute nel tempo. |
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Come dei veri
amanuensi, ci hanno proposto di copiare una parte del testo di
Daniele usando il tipo di miniatura detta Ottoniana.
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Per
prima cosa dovevamo disegnare la maiuscola miniata, poi applicarvi
sopra con un po' di vinavil la foglia d'oro, poi colorare i disegni
e contornare di rosso la lettera e infine scrivere con il pennino il
testo.
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Le mamme hanno
dato ad ognuno una carta di color giallo; sembrava una vera e
propria carta pergamena. Che emozione!
Ma sicuramente la cosa più emozionante e difficile è stato quando
abbiamo dovuto applicare la foglia d'oro sulla lettera miniata:
una cosa così preziosa tra le nostre mani.
Staccavamo piccoli pezzettini che incollavamo con estrema cura, un
lavoro da veri certosini! |
Era veramente difficile il lavoro dell'amanuense. Lo abbiamo
scoperto quando abbiamo cominciato a scrivere il testo con il
pennino e la china. Noi, abituati con le penne a sfera, abbiamo
trovato un sacco di difficoltà: il pennino non scivolava sulla
carta e c'era sempre il rischio di fare "sbaffature".
Nonostante ciò era veramente emozionante. |
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Queste sono alcune delle pagine che abbiamo realizzato;
siamo
veramente soddisfatti di questa esperienza.
Abbiamo imparato un'antica tecnica, l'arte di fare miniature:
era un lavoro di estrema precisione e concentrazione quello
dei monaci amanuensi!
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Dopo tanto e pregevole lavoro, le mamme ci hanno conferito il
meritato attestato di "Monaco Amanuense". |
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